martedì 7 giugno 2011

NUCLEARE: ECCO LA POSIZIONE DELLA CHIESA

Proseguendo nella disamina sulla questione del nucleare, dopo aver riportato il pensiero di molti uomini "pubblici"e scienziati, mi pare interessante e doveroso esporre anche il pensiero della Chiesa Cattolica in merito:
Vorremmo precisare qual è la posizione della Chiesa su questo tema. Va innanzitutto ricordato cosa insegna la dottrina sociale sulla questione nucleare: sempre è stato denunciato e condannato con fermezza l’uso delle armi nucleari. Ma il veto della Chiesa non si estende affatto all’uso dell’energia nucleare come strumento di promozione di un equilibrato ed equo sviluppo dei popoli. Il Papa ha anzi auspicato l’uso pacifico della tecnologia nucleare nel settore energetico, a patto che i pilastri sui quali si fonda la diffusione dell’energia nucleare a livello mondiale siano effettivamente la sicurezza e lo sviluppo.

Benedetto XVI citando il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 2438), ha quindi ribadito che “alla corsa agli armamenti si deve sostituire uno sforzo comune per mobilitare le risorse verso obiettivi di sviluppo morale, culturale ed economico, ridefinendo le priorità e le scale di valori”.

Al centro del pensiero della Chiesa c’è sempre lo sviluppo dell’uomo, e lo sviluppo in particolare dei paesi poveri che potrebbe provenire dall’utilizzo della tecnologia nucleare è positivo.
Anzi bisogna tener conto dell’impatto che avrebbe la sospensione della produzione di energia nucleare, se fosse sostituita ricorrendo ai combustibili fossili: l’incremento del loro prezzo sui mercati internazionali sarebbe tale da renderne impossibile l’uso da parte dei paesi emergenti, e meno che mai da parte dei paesi poveri, con gravissime ripercussione sulle loro reali possibilità di sviluppo. La scelta del nucleare nei paesi avanzati tecnologicamente infatti libera risorse in termini energetici per quei paesi che non possono avere il nucleare calmierando i prezzi.

Il Cardinale Renato Raffaele Martino, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha invitato la Comunità internazionale a sostenere la necessità di sviluppare l’energia nucleare per uso civile in occasione del 20° anniversario del disastro di Chernobyl: “L'energia nucleare non va guardata con gli occhiali del pregiudizio ideologico, ma con quelli dell’intelligenza, della ragionevolezza umana e della scienza, accompagnate dall’esercizio sapiente della prudenza, nella prospettiva di realizzare uno sviluppo integrale e solidale dell’uomo e dei popoli”.

Paolo VI nella “Populorum Progressio” e anche Benedetto XVI nella “Caritas in Veritate” sottolineano l’importanza dello sviluppo, in particolare come elemento fondamentale per la pace; Paolo VI arriva a dire che lo sviluppo è il nome nuovo della pace.

La fonte nucleare è più vantaggiosa ed efficiente perché utilizza un combustibile, l’uranio, che a parità di massa produce 10.000 volte più energia del petrolio. A parità di energia prodotta poi, la quantità di scorie generate è notevolmente inferiore a quella delle altre fonti di energia, inoltre i costi dei trasporti dei combustibili fossili sono molto maggiori di quelli del materiale per l’energia nucleare, e pure dal punto di vista ambientale l’emissione di CO2 dell’energia nucleare è molto minore.

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