giovedì 28 aprile 2011

GIOVANNI PAOLO II BEATAMENTE SPORTIVO E...SICURAMENTE SANTO!

Pochi ricordano le performance sportive di Giovanni Paolo II, soprattutto i più giovani, perché lo ricordiamo malato nell’ultimo decennio di vita.
Ancora in meno sapranno che, una volta eletto Papa, volle una piscina all’interno del Vaticano dove potersi “allenare” e mantenere in forma.


A fronte dello stupore della sua richiesta fece notare, alle alte gerarchie vaticane, di quanto costasse meno una piscina di un altro conclave... ovvero mise in luce la sua “necessità” di muoversi.
Nel 1979 gli fecero omaggio di un paio di sci fatti su misura per lui ed ebbe a dire: “Prego ogni giorno di essere difeso da questa tentazionema spesso la tentazione prendeva il soppravvento e lo si ritrovava in funivia tra lo stupore degli sciatori che si imbattevano in lui.
Leggendarie sono poi le sue escursioni in montagna,           
meta preferita per le sue vacanze estive. Un giorno un
escursionista stupito ebbe a dire: “Non potevo credere
che quell’uomo seduto su una roccia vicino a una cas-
cata, con indosso vecchi stivali e un cappello da pescato-
re mentre apriva una scatola di sardine fosse il Papa”.
Voglio riportare alcune frasi molto significative in cui il Pontefice cita lo sport, la prima è del 1981 in un discorso ai giovani:
La seconda è del 2004:
“Lo sport non può essere ridotto solo a una questione di gol e di medaglie, di coppe, primati e traguardi tagliati a suon di miliardi e dirette televisive. Lo sport è qualche cosa di più alto e più nobile: è il 'veicolo' privilegiato per la formazione ‘integrale’ dell'uomo, attento ai valori della solidarietà, del lavoro, del sacrificio, della giustizia. Un ‘veicolo’ che forma e aiuta a crescere, e condanna ogni forma di ‘scorciatoia’ per raggiungere sogni impossibili e ricchezze effimere, ricorrendo anche al trucco e a volte anche al doping”.

Il Papa sciatore catalizza i media, non si era mai visto prima un pontefice sugli sci, e non solo. Vorrei ricordare un aneddoto legato a quel periodo. Ricordate (primi anni ’80) i famosi cappellini in piumino d’oca Conte of Florence? Bhe fu proprio Giovanni Paolo II, seppur inconsapevolmente, a “lanciarli”. Infatti il proprietario dell’azienda, un certo Romano Boretti, intuì che se il suo cappello l’avesse indossato il “Papa sciatore” sarebbe sicuramente stato un successo di risonanza mondiale. Il buon Boretti si mise a “pedinare” il Papa sulle piste da sci e, complice una improvvisa nevicata, gli fece dono di uno dei suoi cappelli (anzi per la precisione glielo calzò nel capo). Da allora per quasi un ventennio fu il cappellino da sci più diffuso a livello internazionale.

Dura fu per lui la malattia, non solo per le sofferenze fisiche ma anche per quelle morali e per l’impossibilità di poter muoversi liberamente come amava fare. La sua santità l’abbiamo percepita anche in questo… Nell’accettazione della malattia ma non nella rassegnazione. Migliaia di pellegrini si recheranno a Roma il primo Maggio per la sua Beatificazione, tra questi anche una cara amica con il marito, alla quale chiedo una preghiera a questo ATLETA DI DIO!







Lo so che non mi crede se glielo dico, ma io corro come il vento che soffia! E da quel giorno, se andavo da qualche parte, io ci andavo correndo! (Forrest Gump)

ORO E ARGENTO CONTINUANO A VOLARE!

(ASCA) - Roma, 28 apr - Metalli preziosi sotto i riflettori dopo la conferma dell'impostazione espansiva della politica monetaria Usa che indebolisce la valuta americana.

Il biglietto verde e' scivolato oltre 1,4850 sull'euro, il top da fine 2009. Immediate le ripercussioni sull'oro con i prezzi future saliti a 1.532 dollari l'oncia, il nuovo massimo storico.

Corre anche l'argento trattato oltre la soglia dei 48 dollari all'oncia (+4,34%), le quotazioni sono sempre piu' vicine al picco storico di 49,45 dollari toccato il 18 gennaio 1980

mercoledì 27 aprile 2011

martedì 26 aprile 2011

ORO ED ARGENTO IL PERCHE' DI UN BOOM

L’oro sui mercati borsistici ieri ha raggiunto il tetto storico di 1.518,32 dollari l’oncia mentre l’argento ha toccato quota 49,82 dollari, sfiorando il record di 50,35 dollari l’oncia del 18 gennaio 1980: tale impennata nei prezzi dei due beni rifugio per eccellenza rivela fragilità sulle strategie e risultati di ripresa economica mondiale e il timore degli investitori. Ma i soldi per comprare l’oro a prezzi record da dove vengono? La principale fonte di liquidità è la Federal Reserve americana: ancorando i tassi reali di interesse a zero consente al sistema finanziario/industriale americano di uscire dalla crisi. Inoltre tramite il riacquisto di titoli del Tesoro americano – quantitative easing – di fato è come se stampasse letteralmente dollari. Con questa liquidità immessa nel sistema si spera di riattivare attività produttive reali.
Nei fatti fiumi di denaro vanno a gonfiare bolle finanziarie che hanno per obiettivo la speculazione. Vedi speculazioni azionarie, immobiliari, materie prime e, nel nostro caso, anche oro e argento.
Come reagisce la FED? Reputa ancora tollerabile tale effetto collaterale e la politica monetaria a favore della maggiore liquidità nel sistema va avanti.
Anche Cina e India influiscono su tale scenario grazie alle enormi riserve di dollari accantonate in decenni di sbilancio commerciale attivo nei confronti degli USA. Per non far svalutare tali riserve di moneta a causa dei problemi di bilancio pubblico americano, India e Cina vendono dollari, per contenerne appunto la svalutazione. Meglio possedere euro, ma anche oro e argento.
Oro e argento, perche sono valutati in dollari? Il motivo principale è dovuto allo strapotere storico degli USA nei giochi geoeconomici mondiali. Ma il boom di oro e argento è causato esclusivamente dalla svalutazione del dollaro? In realtà gli investitori vogliono liberarsi della moneta, quindi anche dall’euro. Le valute cartacee sono per antonomasia i beni più esposti ad oscillazioni e sbalzi di valore. La bolla dell’oro si sgonfierà? Presto per dirlo, ma come sempre accade prima o poi le quotazioni tenderanno al ribasso, ma non in maniera traumatica per il mercato.

domenica 24 aprile 2011

SAI BABA E' MORTO. MOLTE OMBRE SULLA SUA VITA

Considerato dai fedeli divinità vivente

foto Da video
07:58 - Sathya Sai Baba, il religioso indiano considerato da milioni di fedeli una divinità vivente, è morto dopo una lunga malattia. Da oltre una settimana non respirava più autonomamente ed era sottoposto a dialisi nell'Istituto di scienze mediche Sri Sathya Sai. Le donne che vendevano ghirlande di calendula fuori dall'ashram del religioso, nel villaggio di Puttaparti, nello stato indiano meridionale di Andhra Pradesh, sono scoppiate in lacrime.

A SEGUIRE L'AUTOREVOLE OPINIONE DI PADRE GABRILELE AMORTH PRESIDENTE ONORARIO DEGLI ESORCISTI ITALIANI


Padre Amorth si scaglia contro i seguaci del santone Sai Baba: "E' pericoloso"
"Satana? E' in India"
Per il sacerdote esorcista della Santa Sede, utilizzare le polveri distribuite dal famoso mistico significa aprire la porta al demonio. "Quell'uomo si ritiene Dio, spesso ho dovuto scacciare il diavolo da chi è andato a visitarlo".
di Viviana Bruschi
MODENA – Viaggio in India con sosta da Sai Baba. Il santone riceve e ascolta. L’atmosfera attorno è ovattata, quasi surreale. Sai Baba conosce il passato della persona e glielo snocciola, poi dà consigli per il futuro e crea dal nulla le famose polveri che, sostiene, dovrebbero guarire tutte le malattie, fisiche e psichiche.
La turista italiana ringrazia, s’inchina, saluta e, anche se europea, lo fa con le mani giunte all’altezza del petto (un gesto che oggi è di moda). Una volta a casa, regala la polvere a destra e a manca perché, assicura, “è miracolosa, fa bene, dà pace”.
La visita al santone indiano è diventata ormai consueta come la sosta al santuario di Loreto, ma la differenza c’è e si vede. Al punto che a lanciare l’allarme ‘Sos polveri’, niente a che vedere con quelle da inquinamento che stanno facendo ammattire assessori al traffico e automobilisti, è l’esorcista della Santa Sede e presidente internazionale degli esorcisti, il modenese padre Gabriele Amorth.
Consiglio vivamente alle persone di evitare la tappa da Sai Baba – avverte padre Amorth – perché il più delle volte necessitano di preghiere di liberazione e, nei casi più gravi, di esorcismi. Noi siamo in pochi e il lavoro sta aumentando a dismisura”. Sai Baba, insomma, sarebbe un eccellente e ignaro procacciatore di lavoro per i pochi, circa 300, esorcisti italiani. Un numero che ai non addetti ai lavori sembra elevato, ma che di fatto “è pochissima cosa rispetto al proliferare di persone disturbate e possedute”, precisa don Amorth.
Il sacerdote esorcista ritiene Sai Baba un emissario di Satana. “E’ il suo figlio primogenito, non ho dubbi in proposito. Parla bene di tutti, di Gesù in particolare, ma il dio è lui. Aiuta con cospicue donazioni gli ospedali dei villaggi indiani, apparentemente fa del bene perché il diavolo è furbissimo, ma il dio si ritiene lui, gli altri sarebbero tutti profeti. Tanti turisti italiani, donne in special modo, cadono nella sua rete”.
Il santone indiano, secondo padre Amorth, crea nel visitatore, se assiduo ancor peggio, una sorta di catena spirituale negativa, insomma un legame, una dipendenza, come del resto fanno maghi e cartomanti.
Ho impiegato anni per liberare, nel nome potente di Gesù, una signora, madre di quattro bambini, la quale era andata numerose volte a trovare il santone in India. Molte volte gli aveva baciato i piedi, Satana vuole essere adorato, e molte volte aveva mangiato la polvere. Bene, questa signora per anni ha sputato sangue per liberarsi dalle polveri. Ma non sempre è così. A volte può bastare una sola seduta d’esorcismo per liberare la persona. Tutto dipende dalla forza con cui il demonio è entrato in lei, dai disturbi del paziente e dalla sua collaborazione”, spiega l’esorcista.
Il quale precisa che non è automatico il pericolo che un “passaggio” da Sai Baba finisca con il causare per tutti una sosta obbligata dagli esorcisti. “Ma il più delle volte – precisa padre Amorth – la persona necessita di preghiere di liberazione, e in quel caso vanno benissimo i gruppi carismatici cristiani. Frequentare santoni, maghi e cartomanti – insiste l’esorcista vaticano – all’inizio può dare un senso di sollievo, perché il demonio è furbo, ma è importante che la gente sappia che ha aperto una porta al principe del male. Già tanti sono gli italiani, circa dodici milioni, che ricorrono all’occulto. E adesso proliferano pure gli adepti di Sai Baba”.

sabato 23 aprile 2011

FIAT: LE VENDITE SCENDONO LE AZIONI SALGONO...ECCO IL PERCHE'

Oggi il Sole 24 Ore, a firma di Andrea Malan, pubblica un esaustivo articolo sulla vicenda Fiat-Chrysler.
Un po’ tutti ci domandiamo come un’azienda che non vende, e continua a perdere quote di mercato, a livello borsistico non ne risenta poi tanto…sembra un mistero che però viene svelato tra le righe dall’attento giornalista: “Oltre ai problemi politici e sindacali, un'eventuale trasferimento della sede legale di Fiat fuori dall'Italia comporterebbe anche il diritto di recesso per gli azionisti a un prezzo di Borsa pari alla media dei sei mesi precedenti; ciò potrebbe rivelarsi oneroso, a meno di non attendere un momento in cui il prezzo di Borsa sia nettamente superiore a quello medio dei sei mesi – o di strutturare l'operazione in modo da aggirare l'ostacolo.” Capite perché il titolo Fiat non crolla sotto il peso di risultati disastrosi?? Comunque sono sicuro che il buon Marchionne, se non dovesse andare in porto questa “operazione”, ha già pronto il piano B!

Penso che a volte non ci sono abbastanza sassi! (Forrest Gump)

ORO: AL MOMENTO IL MIGLIOR INVESTIMENTO

venerdì 22 aprile 2011

FIAT NON SI RINNOVA E VIVE SOLO DI FINANZA. SE NE ACCORGE ANCHE IL SOLE 24 ORE. DATI BORSISTICI E DI MERCATO IN NETTO CONTRASTO

Ogni volta che Fiat annuncia un passo avanti su Chrysler la Borsa festeggia. È successo anche ieri: la fiammata del 4,5% ha riportato il titolo a 6,87 euro, poco sotto il livello d'esordio di inizio anno. Ma come va davvero la Fiat? L'aumento di utili e fatturato contrasta con il crollo delle vendite di automobili in Europa; qual è la vera faccia del Lingotto? In che condizioni, economiche e finanziarie, si presenta Fiat al matrimonio con Chrysler?
I risultati del 1° trimestre 2011 hanno visto Fiat spa aumentare i ricavi (+7,1%) e l'utile di gestione (+9%), oltre che l'utile netto (da 13 a 37 milioni di euro). Dei 251 milioni di utile operativo, un quarto (62 milioni) arriva da Ferrari e Maserati; altrettanto dai componenti (Magneti Marelli e i motori di Powertrain). Il resto (130 milioni, in calo dai 153 del 2010) da Fiat Group Automobiles; dentro Fga ci sono i veicoli commerciali e l'auto, divisa tra Brasile ed Europa. Qui il Lingotto non fornisce i dati separati, ma si sa che i furgoni vanno bene e il Brasile è una macchina da utili (stimati attorno al miliardo di euro nel 2010). La vendita di auto in Italia e nel resto d'Europa ha i conti in rosso e resta il tallone d'Achille del gruppo. Le vendite di auto dei marchi Fiat sono calate in Europa dell'11,2% e risentono di una gamma di prodotto invecchiata e sbilanciata, rispetto alla concorrenza, sui segmenti più piccoli e a margini più bassi: delle 450mila auto vendute nel 2010 in Europa fuori dall'Italia, quasi metà erano Panda e 500; anche per questo il Lingotto ha pagato la fine degli incentivi ecologici. Fiat Auto risente anche del crollo del mercato interno (-23% le vendite di auto in Italia nel primo trimestre 2011) da cui dipende più delle rivali. Nessun concorrente europeo vende così poco, in percentuale, fuori dal proprio mercato nazionale: il 3,8% Fiat del 2010 si confronta con un 7,9% di Renault e un 9,7% di Peugeot. Poiché il mercato italiano rimarrà stagnante nel 2011, le prospettive di ripresa a breve sono legate ai nuovi prodotti (si veda l'articolo qui sotto).
Ieri il mercato ha festeggiato soprattutto l'abilità di Sergio Marchionne: i 1.268 milioni di dollari valutano il 100% di Chrysler circa 7 miliardi di dollari, due in meno della valutazione che si otterrebbe applicando i multipli dell'auto Usa con uno sconto "matricola" dell'ordine del 10%. Poiché Chrysler è ancora in rosso, gli analisti fanno riferimento in particolare ai parametri sul fatturato – un po' come ai tempi della new economy – scommettendo che prima o poi i volumi di vendita torneranno ai livelli pre-crisi, ma gli utili saliranno a livelli superiori, perché nel frattempo le ristrutturazioni hanno abbassato strutturalmente la base dei costi. Gm e Ford viaggiano in Borsa al 30% delle vendite 2011 e al 24% delle vendite 2012.
Fiat eserciterà la sua opzione una volta che Detroit avrà rimborsato i 7,4 miliardi di debiti governativi, rifinanziando il debito con le banche e sostituendo così i "sicuri" ma onerosi (costo superiore all'11%) capitali pubblici con prestiti di mercato a condizioni migliori. Il rapporto net debt (5,7 miliardi di dollari)/Ebitda (3,5 miliardi) è di 1,6, e non cambierà con il rifinanziamento. Migliorerà però con gli 1,268 miliardi che incasserà dall'aumento di capitale riservato a Fiat, a parità di altre condizioni a 1,26 volte, restando comunque a livelli quasi tripli rispetto al dato "normale" di settore di 0,5 volte. Ma la leva alta su Chrysler e alleggerita su Fiat (che con lo spin-off ha chiuso il 2010 con un debito netto industriale di mezzo miliardo) ha giocato a favore dell'opzione di Torino.
Gli 870 milioni di euro che Fiat dovrà mettere sul piatto per il 16% di Chrysler verranno dall'abbondante liquidità ereditata dalla scissione: 14 miliardi se si conta anche il bond lanciato all'inizio del mese. Marchionne ha confermato che la stima dell'indebitamento netto per fine anno – indicata in 1,5-1,8 miliardi – non cambia. Avendo mantenuto invariati tutti gli altri target a eccezione del Capex (sotto i 4 miliardi rispetto all'obiettivo iniziale di 4-4,5 miliardi), a farne le spese saranno in parte ancora gli investimenti; un altro obiettivo sicuro – ha detto ieri Marchionne agli analisti – sarà il capitale circolante. Il problema è che il taglio degli investimenti – già attuato nel 2010 – mette a rischio quel rinnovamento della gamma Fiat che è fondamentale per recuperare quote di mercato.

giovedì 21 aprile 2011

TELEFONINI: ILLEGITTIMA LA TASSA!

Vi rimando al sito del CODACONS:

http://www.codacons.it/articolo.asp?idInfo=132501&id=46

Fiat una storia già scritta...da Forrest Gump!

Quello che sta accadendo in queste ore nella galassia Fiat-Chrysler ve lo avevo già preannunciato da mesi con post precedenti. Non perché sia molto intelligente, anzi Forrest è risaputo che è sotto la media, ma logico. Si, si sta svolgendo tutto secondo logica.
Fiat ha raggiunto un accordo con Chrysler e i suoi azionisti che le consentirà di salire al 51% del gruppo Usa a fine anno, sborsando per il 16% del capitale 1,268 miliardi di dollari.
La nota spiega che l'acquisto del 16% è subordinato "al contestuale completamento da parte di Chrysler, nel secondo trimestere del 2011, di un'operazione di rifinanziamento nell'ambito della quale il debito di Chrysler verso i governi Usa e canadese sarà integralmente rimborsato".
L'acquisto del 16%, che avverrà chiusa questa operazione, porterà la partecipazione Fiat al 46%.
Questa è la quadratura del cerchio, che avvalora ancora una volta le previsioni fatte finora, in particolare nel post di stamane in cui si metteva in evidenza la forte liquidità di Fiat che sarebbe stata impegnata per l’acquisizione del pacchetto di Chrysler ed il risanamento del debito verso il governo USA… ED INFATTI COSI’ SARA’!!
PROSSIMO OBBIETTIVO? IL 51% DI CHRYSLER PRIMA DELLA QUOTAZIONE IN BORSA (in modo da arricchirsi in breve tempo vedi post precedenti).
PROSSIMA TAPPA? COME GIA’ “RIVELATO” LA SEDE IN USA!!

Ci sono due ordini precisi in questo plotone: Uno, state attenti ai vostri piedi. Due, cercate di non fare niente di stupido, tipo farvi ammazzare! (Tenente Dan)
Spero proprio di non deluderlo. (Forrest Gump)

MARCHIONNE: «Abbiamo risentito della fine degli incentivi e dello spostamento del mercato verso i segmenti medio alti, dove Fiat è meno presente»...TE NE ACCORGI ORA?

La Fiat ha ridotto il debito nel primo trimestre, ha aumentato utili e ricavi e confermato gli obiettivi per il 2011; le azioni hanno recuperato ieri in Borsa dopo i cali delle sedute precedenti: le ordinarie, in particolare, hanno fatto un balzo del 4,6% a 6,575 euro.
I conti trimestrali approvati ieri dal consiglio d'amministrazione di Fiat spa – i primi dopo lo scorporo di Fiat Industrial – vedono un aumento dei ricavi a 9,21 miliardi dagli 8,6 dello stesso periodo del 2010; un risultato di gestione di 251 milioni contro 230, un utile netto di 37 milioni contro 13 e un debito netto industriale sceso a fine periodo a 489 milioni di euro dai 542 di fine 2010. La divisione auto Fga ha visto aumentare i ricavi a 7 miliardi di euro (+2,6%) nonostante il calo delle consegne (-2,6%), grazie al miglioramento del mix di prodotto; ha però subìto un calo dei profitti da 153 a 130 milioni.
Bene Ferrari e Maserati, che hanno fatturato complessivamente 626 milioni nel trimestre con un utile operativo di 62 (dai 43 di un anno prima). Dal Sudamerica continuano ad arrivare le maggiori soddisfazioni: il Lingotto resta leader di mercato in Brasile e Sergio Marchionne ha ricordato che dallo stabilimento di Betim «esce un'auto ogni 20 secondi». Il business europeo di Fiat Group Automobiles ha invece fatto peggio del mercato sia in Italia (-29% contro -23%) che fuori (+0,2% contro un +2,3%); si conferma la ripresa del marchio Alfa Romeo grazie alla Giulietta, ma la crescita dei veicoli commerciali non è bastata a compensare la frenata dell'auto. «Abbiamo risentito della fine degli incentivi e dello spostamento del mercato verso i segmenti medio alti, dove Fiat è meno presente» ha detto Marchionne rispondendo alle domande degli analisti; l'amministratore delegato ha definito ieri i risultati «più che soddisfacenti, dato l'andamento del mercato». Il calo di vendite e i conti in rosso in Europa hanno un effetto collaterale negativo citato ieri da Marchionne: un'aliquota fiscale media elevata, poiché le perdite subite in Italia non sono deducibili dagli utili ottenuti in Brasile.
Il manager ha fornito per la prima volta una stima del potenziale impatto dei problemi delle aziende giapponesi dopo il terremoto: tra 50 e 100mila auto in meno fra il 2° e il 3° trimestre. Nonostante questo rischio, Marchionne ha confermato tutti i target per l'esercizio in corso: utile di gestione a 900-1200 milioni di euro, netto a 300 milioni, debito a 1,5-1,8 miliardi.
Il calo del debito a fine marzo a 489 milioni (contro gli oltre 800 previsti dagli analisti) è arrivato anche grazie al taglio degli investimenti da 577 a 502 milioni; Marchionne ha detto agli analisti che con ogni probabilità Fiat investirà nell'intero 2011 meno dei 4-4,5 miliardi di euro fissati nel piano 2010-2014. I 19,7 miliardi di investimenti pianificati per il business auto di Fiat nel quinquennio, già scesi a meno di 19 con il taglio del 2010, sono quindi destinati a calare ancora.
La riduzione dei debiti a fine marzo permetterà a Fiat di risparmiare sul prezzo di acquisto del 16% di Chrysler: in base alla formula, più basso è il debito Fiat, minore sarà il prezzo da pagare. «L'opzione del 16% su Chrysler – ha chiarito Marchionne – potrà essere esercitata nel 2011 solo se l'azienda americana avrà restituito tutti i prestiti pubblici». Per aumentare la partecipazione Fiat in Chrysler – ha ribadito poi – non sarà necessario quotare in Borsa la Ferrari; «la quotazione del Cavallino resta un'opzione per assegnare al marchio di Maranello il suo giusto valore».
L'acquisto della Chrysler porterà a un calo del rating Fiat? «Sono fiducioso che non ci sarà un declassamento» ha risposto il manager. Andrete oltre quota 51%? «Il nostro obiettivo è il 51%, dopodiché abbiamo opzioni per acquistare anche il 6% che resterà in mano al governo americano, nonché la quota del trust Veba. Dipenderà da quale opzione eserciteremo». Nel frattempo «l'integrazione registra progressi significativi» e «si cerca di evitare al massimo una duplicazione degli sforzi».


Tuttavia diffronte a questi dati spicca una cifra di rilievo: 13,1 MILIARDI DI LIQUIDITA'!!! Donde proviene tutto questo ben di Dio???  E soprattutto come verrà utilizzato visto che il Lingotto non investe più nella sua azienda??(non rinnova ne apre nuove linee di produzione).
Semplice, secondo gli analisti più attenti, verrà impiegata per ripianare il debito Chrysler con il governo USA e così avere il 51%...
Meditate gente, meditate...malgrado lo "snocciolio" di cotante cifre e l'ottimismo di Marchionne la verità e questa: Fiat auto è al tracollo e salva il tutto Ferrari, Maserati ed il mercato brasiliano; un mercato al momento ancora "povero" (dove si guarda molto al prezzo ed un pò meno alla qualità) ed è per questo che Fiat è leader! La cosa triste? E' che la situazione è voluta e pilotata direttamente da Torino...chi vivrà vedrà!


Non permettere mai a nessuno di dirti che è migliore di te, Forrest. Se Dio avesse deciso che fossimo tutti uguali avrebbe dato a tutti un apparecchio alle gambe. (Madre di Forrest Gump)

martedì 19 aprile 2011

FIAT POCHE VENDITE, MOLTI SOLDI (DA FARE)

FIAT: a marzo in Europa immatricolazioni -20%
Quota gruppo al minimo: 6,7%
(ANSA) - ROMA, 19 APR - A marzo Fiat Group ha subito in Europa (Ue a 27 + Efta) un calo delle vendite del 20% immatricolando 106.836 nuove vetture, contro le 133.563 di un anno fa. A febbraio il gruppo torinese aveva registrato un calo del 16,7% a 76.808 unita'. Nei primi tre mesi del 2011 il Lingotto ha immatricolato 263.894 unita', in flessione del 19% rispetto alle 325.961 vetture vendute nello stesso periodo del 2010. La quota di mercato, nello stesso mese, scende al 6,7%, contro il 7,9% segnato a marzo 2010 (a febbraio era al 7,6%). Nel primo trimestre 2011 la quota di mercato del Lingotto in Europa si attesta cosi' al 7,2%, in ribasso rispetto all'8,7% dello stesso periodo di un anno fa. Riguardo ai singoli marchi, Fiat a marzo ha immatricolato in Europa 79.692 nuovi veicoli, in calo del 27,3% rispetto ad un anno fa, Lancia 10.008 unita'(-23,9%), mentre Alfa Romeo guadagna il 65,3% a 16.266 unita'. Nel trimestre, il brand Fiat ha venduto 196.340 vetture (-25,6%), Lancia 25.847 (-23,1%) e Alfa Romeo 39.964 (+49,4%). Complessivamente, dopo la pausa di febbraio, a marzo il mercato dell'auto in Europa torna negativo. Il mese scorso nei 27 Paesi Ue + quelli Efta le nuove immatricolazioni - secondo i dati diffusi dall'Acea - hanno subito infatti una flessione del 4,7% rispetto a marzo 2010, totalizzando 1.602.131 unita', contro 1.681.177 di un anno fa.

19 Apr 09:34



La Fiat cola a picco! Si, in Europa ed Italia, continua a perdere quote di mercato. Capite ora perché il buon Marchionne non volle il prosieguo degli incentivi statali? Perché, come già detto, la maggior parte sarebbe andata nelle tasche della concorrenza… Ma il mercato dell’auto è proprio alla frutta? Stando ai dati odierni si può dire che non navighi in buone acque, ma non per tutti! Bmw, Audi, Mercedes e Nissan aumentano  le loro quote a livello europeo, in totale controtendenza a molte concorrenti. Il marchio nipponico addirittura segna il suo record storico in Italia ed Europa attestandosi al 3,2% (in Itaia) e al 4% a livello europeo. Questo grazie ad una buona politica di marketing ed assumendo la leadership nel segmento dei SUV medio-pccoli, molto richiesti, che da noi risultano totalmente assenti come prodotto (per carità non ditemi che la Fiat Sedici è un Suv come ci vogliono far credere…).
La casa torinese sembra sempre più dedita all’alta finanza che alla produzione e ricerca, certo richiede meno soldi da investire e meno teste da pagare (gli operai) rendendo assai di più anche se, spesso, a danno di qualcuno… Ma tanto prima poi il conto lo pagherà… un altro!



Sono un po' stanchino. Credo che tornerò a casa ora. (Forrest Gump) [dopo aver corso per tutti gli Stati Uniti]

lunedì 18 aprile 2011

LA SINISTRA E' PROPRIO...SINISTRA!

Propongo questo articolo di Antonio Socci che mette in evidenza come "l'intelighenzia "di sinsistra affronta il problema clandestini...attaccando in primis la Chiesa e sconfinando nel "buonismo".
Leggete e meditate...

Non sono un uomo intelligente, ma so l'amore che significa. (Forrest Gump)


Per la Littizzetto il premio di Napolitano, per i preti che si fanno in quattro nel servire i più poveri il dileggio…

7 aprile 2011 / In Articoli
I cattolici sono indignati con Rai 3. Si sentono bersagliati ingiustamente e si sono stancati di subire in silenzio.
Prendo a simbolo un giovane prete, che chiamerò don Gianni, un bravissimo sacerdote che – fra le altre cose, insieme ad altri – si fa in quattro e dà letteralmente la vita, per aiutare immigrati, emarginati, “barboni” e tossicodipendenti.
L’ultimo episodio che ha fatto indignare lui e molti altri come lui, è stata l’incredibile invettiva contro la Chiesa fatta da Luciana Littizzetto a “Che tempo che fa”, domenica sera (che sta pure su Youtube).
E’ considerato un caso emblematico della tendenza di Rai 3, la rete simbolo dell’Italia ideologica. Il programma è quello di Fabio Fazio, programma cult della sinistra salottiera.
E’ noto che ogni domenica sera la Littizzetto fa le sue concioni  avendo come spalla lo stesso Fazio.
Ebbene domenica, parlando di Lampedusa, a un certo punto – senza che c’entrasse nulla – la Luciana si è lanciata in un attacco congestionato contro la Chiesa, a proposito dell’arrivo dei clandestini tunisini, e ha urlato ai vescovi “dicano qualcosa su questa questione”.
I vescovi, a suo parere, stanno sempre a rompere “e adesso stanno zitti… fate qualcosa! Cosa fanno?”.
A me pare che non esista affatto l’obbligo per la Chiesa di farsi carico di tutti i clandestini che vengono dall’Africa.
In ogni caso il quotidiano dei vescovi, Avvenire, ieri ha sommessamente obiettato alla Littizzetto che la Chiesa non ha taciuto affatto e che proprio la scorsa settimana il segretario generale della Cei, monsignor Crociata ha convocato una conferenza stampa per informare che 93 diocesi hanno messo a disposizione strutture capaci di ospitare 2500 immigrati, caricando sulla Chiesa tutte le spese.
Ma questa risposta di Avvenire è uscita in ultima pagina, sussurrata e con un tono benevolo, sotto il titolo: “Chissà se Lucianina chiede scusa”.
Fatto sta che attacchi come quelli della Littizzetto sono stati visti e ascoltati da milioni di telespettatori e ben pochi avranno letto la documentata risposta di “Avvenire”.
Forse si può e si deve rispondere anche più energicamente. C’è chi vorrebbe pretendere le scuse del direttore di Rai 3 e soprattutto il diritto di replica.
In nome dei tantissimi sacerdoti, suore e cattolici laici che in questo Paese da sempre, 24 ore al giorno, sputano sangue per servire i più poveri ed emarginati e che poi si vedono le Littizzetto e tutta la congrega di intellettualini e giornalisti dei salotti progressisti che, dagli schermi tv, impartiscono loro lezioni di solidarietà.
Sì, perché la Littizzetto non si è limitata a questo assurdo attacco (condito di battute sul cardinal Ruini).
Poi, fra il dileggio e il rimprovero morale, si è addirittura impancata a seria maestra di teologia e ha preteso persino di evocare il “discorso della montagna” – citato del tutto a sproposito – per strillare ai vescovi e alla Chiesa:  “ero nudo e mi avete vestito, ero malato e mi avete visitato, avevo sete e mi avete dato da bere… Il discorso della montagna lì non vale perché sono al mare?”.
E poi, sempre urlando, ha tuonato: “c’è la crisi delle vocazioni, ci sono seminari e conventi vuoti: fate posto e metteteli lì, che secondo me poi sono tutti contenti”.
Non sarebbe neanche il caso di segnalare che l’ignoranza della Littizzetto è pari alla sua arroganza, perché il “discorso della montagna” sta al capitolo 5 del Vangelo di Matteo, mentre i versetti citati da lei – che non c’entrano niente – stanno addirittura al capitolo 25 (quelli sul giudizio finale che non piacerebbero proprio alla comica di Rai 3).
Non sarebbe il caso di sottolineare la gaffe se la brutta sinistra che ci ritroviamo in Italia non avesse elevato comici come lei al rango di intellettuali e addirittura di maestri di etica e di civiltà.
Apprendo addirittura (da Internet) che “il 22 novembre 2007 Luciana Littizzetto ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il prestigioso premio De Sica, riservato alle personalità più in luce del momento nel mondo dello spettacolo e della cultura”.
Se queste sono le “personalità della cultura” che vengono premiate addirittura da Napolitano è davvero il caso di dire “povera Italia!”.
viene in mente Oscar Wilde: “Chi sa, fa. Chi non sa insegna”.
Chi conosce il Vangelo e lo vive, come il mio amico don Gianni, si fa in quattro per dar da mangiare agli affamati e da bere agli assetati.
Chi invece non lo conosce, pretende di insegnarlo, lautamente pagato per le sue scenette comiche su Rai 3, e si lancia all’attacco dei “preti”.
Visto che sia la Littizzetto che Fazio – il quale ha assistito a questa filippica sugli immigrati senza obiettare, facendo ancora la spalla – mi risulta siano ben retribuiti e non vivano affatto nell’indigenza, vorrei sapere, da loro due, di quanti immigrati si fanno personalmente carico. Quanti ne ospitano a casa loro? Quanto danno o sono disposti a dare, dei loro redditi, per accogliere e spesare tunisini, libici e altri clandestini?
Considerata l’invettiva della Littizzetto e il suo pretendere che altri (la Chiesa) ospitino gli immigrati a casa loro, non posso credere che lei per prima non faccia altrettanto.
Sarebbe veramente una spudoratezza inaccettabile.
Vorrebbe allora – gentile signora Luciana – mostrarci la sua bella casa piena di tunisini che lei avrà sicuramente ospitato?
La Chiesa non ha certo bisogno delle lezioni di “Che tempo che fa” per spalancare le sue braccia a chi non ha niente. Lo fa da duemila anni.
E dà pure per scontato che il mondo non se ne accorga e neanche la ringrazi. Ma che addirittura debba essere bersagliata dalle lezioncine è inaccettabile, soprattutto poi se a farle fossero persone che non muovono dito per i più poveri.
Intellettuali, comici e giornalisti dei salotti progressisti che spesso schifano l’italiano medio (e anzitutto i cattolici), che stanno sempre sul pulpito, col ditino alzato, a impartire lezioni di morale, di solito non vivono nell’indigenza.
Molti di loro trascorrono le giornate fra gli agi, in belle case e al riparo di cospicui conti in banca. Qualcuno – come si è saputo di recente – si avventura pure in investimenti sbagliati. Temerari.
Io non so come vivano loro la solidarietà. Ma a me personalmente non è mai capitato di trovarne uno che fosse disposto a coinvolgersi in iniziative di solidarietà e di carità verso i più infelici quando le ho proposte loro.
Ce ne saranno, ma io non ne ho mai trovati. Prima di impancarsi a maestri e censori degli altri, non sarebbe il caso che anzitutto testimoniassero ciò che fanno loro personalmente?
Noi cattolici educhiamo i nostri figli alla carità come dimensione vera della vita.
Mio figlio di 14 anni trascorre il sabato mattina con altri coetanei, insieme a don Andrea, a portare generi alimentari a barboni e famiglie indigenti. E a far loro compagnia.
Don Andrea educa i suoi ragazzi portandoli anche con le suore di Madre Teresa che vanno a cercare i clochard, se ne prendono cura, li lavano, li medicano, mi rifocillano.
Io non ho mai visto un solo intellettuale di sinistra lavare un barbone. Invece i preti, le suore e i cattolici che lo fanno sono tantissimi.
Sono persone che fin da giovani hanno deciso di donare totalmente la loro vita, per amore di Gesù Cristo.
rinunciato a una propria famiglia, vivono nella povertà (i preti, titolati con studi ben superiori alla media, vivono con 800 euro al mese) e servono l’umanità per portare a tutti la carezza del Nazareno.
La Chiesa sono questi uomini e queste donne. E’ di questi che straparlano spesso certi intellettuali da salotto.
Non so quanto se ne rendano conto, soddisfatti e compiaciuti come sono di se stessi. Non so se sono ancora in grado di provare un po’ di vergogna.
Ma so che questa sinistra intellettuale (quella – per capirci – che se la prende con i crocifissi e che sta sempre contro la Chiesa) fa davvero pena, fa tristezza.
Certamente è quanto ci sia di più lontano dai cristiani.

Antonio Socci

Da “Libero”, 7 aprile 2011

venerdì 15 aprile 2011

FIAT da industria a finanziaria

Gli americani non sono stupidi. Ricordo che l’acquisizione, da parte di Fiat, della Chrysler è avvenuta senza esborso monetario come il relativo aumento della quota di partecipazione dell'altro giorno. Ciò non vuol dire affatto che è avvenuto gratis! L’accordo si basa sul rispetto di tre fondamentali cardini contrattuali, scritti nero su bianco, che Fiat deve rispettare.
Il primo, già raggiunto da tempo, era che Fiat vendesse nei paesi dell’America Latina (Brasile in primis ove è leader di mercato) presso i suoi concessionari vetture a marchio Chrysler e che quest’ultima raggiungesse ricavi per 1,5 miliardi di dollari fuori dai paesi Nafta (USA,Canada e Messico), oltre che alla commercializzazione dei suoi modelli nei paesi UE. Questo sta avvenendo grazie alla “furbata” di far produrre a Chrysler i modelli Lancia che verranno da noi importati e venduti. Questo primo “step” prevedeva, in definitiva, l’aumento della produzione del marchio yankee…che è andato a discapito di quello “nostrano”.
Il secondo passo dell’accordo prevedeva la realizzazione di un motore a benzina a bassa emissione, capace di percorre almeno 14 km/l, con relativa produzione in USA. Cosa che è stata facile per Fiat, ha preso semplicemente il motore 1400cc. che equipaggia la 500 e lo ha iniziato a  produrre oltreoceano come del resto tutta l’auto destinata a quel mercato.
L’ultimo step è il più complesso ma ambito e mette in luce il vero aspetto “finanziario” (da parte di Fiat) e non industriale di tutta la vicenda. Ricordo come il marchio di Torino ci ha già abituato, in tempi recenti, a fantasiose manovre finanziarie che non hanno nulla a che fare con l’oggetto sociale di Fiat auto che è meramente industriale, ovvero produrre auto e guadagnare su ciò! (vedi il caso Gabetti Grande Stevens poi assolti dall’accusa di aggiotaggio a favore di Fiat).
Infatti il passaggio dal 35 al 51% su Chrysler non avverrà più a titolo gratuito ma con un reale esborso monetario da parte della consociata italiana. È quindi tutto interesse di Fiat accelerare i tempi per detenere la maggioranza prima della nuova ricollocazione in borsa del titolo americano che, secondo gli analisti, dovrebbe balzare di oltre il 20% facendo diventare più ricca Fiat nel giro di poche ore. Da tutto ciò si evince una strategia meramente “finanziaria” e non basata sulla produzione e sviluppo del prodotto che, invece, dovrebbe essere primaria in rispetto dell’oggetto sociale del gruppo torinese , come già detto.
Infatti mentre i costruttori di tutto il mondo continuano a sviluppare modelli ad energia alternativa o motori ibridi (Bmw, Mercedes, VW, Toyota ecc.), Fiat, dopo timidi tentativi degli anni ’90, non pare interessata ad investire nel “futuro” ma invece continua a compiere operazioni a carattere speculativo sul mercato…
Sembra quindi una pagina già scritta il trasferimento della sede sociale in USA una volta portata a termine l’operazione con Chrysler, ove la maggior parte della produzione dovrebbe essere ricollocata (come del resto sta già avvenendo).
Lo so, sarò tedioso, ma una domanda mi sorge spontanea: perché il Sig. Marchionne, qualche mese fa in piena “bufera” Termini Imerese, ha promesso al Governo Italiano che entro un anno la produzione di auto fabbricate nel nostro paese sarebbe salito ad un milione di unità se poi sta facendo tutto il contrario??


Di solito correvo per andare dove stavo andando.
Forrest Gump

martedì 12 aprile 2011

FIAT HA IL 30% DI CHRYSLER A SPESE NOSTRE!


Anche questa volta FIAT ce l’ha fatta! No, non ad aumentare la sua quota in Chrysler ma a gabbare gli italiani.
Come già evidenziato nel precedente post “Fiat fabbrica italiana tarocchi”, la nota marca nostrana sta producendo le Lancia (e la 500 per il mercato USA) presso gli stabilimenti Chrysler, rispettando quindi i patti con il governo americano e portando la sua quota al 30% sulla consociata americana…a spese nostre!
Si perché le Lancia non vengono prodotte qui, ma solo importate, e mentre da noi chiudono le linee di produzione in America le aprono…
Ricordo che se Fiat detiene (da oggi) il 30% di Chrysler l’altro 60% è in mano al sindacato americano (con il quale non si scherza) ed il rimanente 10% lo detiene niente meno che il Governo USA ed il Governo Canadese (con i quali si scherza ancora meno!).
Ricordo inoltre la grande promessa di Marchionne fatta al Governo Italiano: “portare la produzione di vetture in Italia ad 1 milione di unità”… Ma si sa…se con gli americani non si scherza…con il Governo Italiano si può… infatti mi viene già da ridere!


Mamma diceva sempre che i miracoli accadono tutti i giorni (Forrest Gump)

Lamborghini the dream!


Visto il succeso del post sulla vita di Ferruccio Lamborghini, sono a proporvi un pò di foto...tanto per sognare!

Sede S. Agata


"Supertrofeo"

Murcielago Versace


Miura


Reventon

Concept S

Miura Concept



Cerchio Reventon

   Gallardo LP 560


Gallardo Valentino Balboni

Reventon

"Supertrofeo"




Davide Amaduzzi

lunedì 11 aprile 2011

FIAT (Fabbrica Italo Americana Tarocchi)

Tuesday, February 22, 2011

FIAT (Fabbrica Italo Americana Tarocchi)

di Forrest Gump



Mesi fa l’A.D Marchionne, dopo le decisioni su Termini Imerese, chiedeva a gran voce al governo italiano un nuovo piano industriale. Dopo anni, lustri e decenni di foraggiamento pubblico a questa società parastatale che, a dirla tutta, è molto para(culo) e poco statale finalmente il governo italiano ha avuto il coraggio di chiuderle i rubinetti! Ho già avuto modo di spiegare il perché il buon Marchionne fosse “contento” del mancato rinnovo degli incentivi statali sulla rottamazione (perché le quote di mercato perse dal gruppo Fiat erano e continuano ad essere notevolmente maggiori di quelle dei diretti competitors, i quali si sarebbero ulteriormente avvantaggiati con il rinnovo degli incentivi) e delle promesse che fece ai sindacati ed al governo italiano di mantenere la produzione in Italia ed udite udite di portarla addirittura a 1.000.000 di vetture made in Italy!!!

Sono trascorsi ormai alcuni mesi ed il grande rilancio Fiat (sulla carta ed a parole) è iniziato!

Sono stati annunciati ben 7 nuovi modelli di cui 4 o 5 con il marchio Lancia! Si, proprio Lancia, quel marchio famoso in tutto il mondo, fino a qualche decennio fa, per il suo lusso e sportività. Si proprio quella Lancia che negli anni 70-80e 90 vinceva campionati del mondo rally a ripetizione e che ora vediamo in giro sulle calandre di misere Y e ridicole Musa. Quel marchio che da quasi un anno non ha più a listino un’ammiraglia, ma questo è comprensibile visto il flop di vendite, e che al momento del suo lancio circa un lustro fa un certo Montezemolo diceva con orgoglio ai giornalisti che la Thesis (questo era il suo nome) avrebbe dato filo da torcere ai tedeschi di Mercedes e Bmw… Una macchina che neanche i nostri politici hanno voluto a gratis come auto diplomatica o di rappresentanza. Povero Montezemolo…Quel marchio che nei monovolume ci aveva creduto, ed all’inizio ne vendeva pure ed a prezzi non proprio popolari, ma che poi ha iniziato ad intasare le officine Fiat per i continui problemi alle parti elettriche, dai finestrini al clima al navi e così via e circa un anno fa con la blasonata ammiraglia è stata ritirata dal listino…il suo nome era Phedra. Così un marchio di auto di lusso e sportive, come Lancia, ha oggi a listino la Y, Musa e Delta ovvero 3 modelli di utilitarie o poco più. Ma ora basta! A Torino hanno deciso di tornare ai vecchi fasti. La Lancia tornerà sul mercato con un’ammiraglia, una monovolume ed addirittura con una spider 4 posti alla faccia della Bmw serie 6. Chi mi legge penserà che un’operazione del genere sarà costata una fortuna intermini di tempo e denaro. L’approntare nuove linee di montaggio per questi nuovi modelli, lo studio e la ricerca non sono mica robe da mesi. Uno penserà che alla Fiat sono diventati più cazzuti dei tedeschi… balle!!! Si, signori, balle!!! Le nuove Lancia non sono altro che un modestissimo “copia e incolla” di altrettanti modelli Chrysler (presa a costo zero dagli U.S.A ma con l’obbligo di rilanciarla mantenendo i posti di lavoro americani) ed esattamente la 300, 200 e Grand Voyager!!! Naturalmente verranno prodotte negli Stati Uniti, nelle fabbriche Chrysler e da operai americani ed aumentando i volumi di produzione americana e così il patto con il buon Obama è rispettato ed in Italia gireranno con un bello stemma Lancia in nome dell’italianità e dei nostri posti di lavoro….ma quel milione di autovetture prodotte in Italia promesse da Marchionne che fine faranno?? Mha, l’importante è non fare girare le scatole agli americani e rispettare gli accordi con il loro governo, quello italiano si sà oggi c’è domani chissà…





P.s. la Lancia Phedra è ancora a listino per finire gli stock, la Fiat Croma non verrà più prodotta, al suo posto la Fiat Freemonth; ovvero il “copia incolla” della Dodge(Chrysler) Journey! Chi vivrà vedrà…





Forrest Gump. (lo stupido è chi lo stupido fa)

domenica 10 aprile 2011

LIbia, Italia e ONU ! di Forrest Gump

Saturday, March 26, 2011


LIbia, Italia e ONU ! di Forrest Gump

Qualcuno mi ha fatto notare che Italien Traditor non è scritto correttamente. Chiedo venia, lo so, avrei dovuto spiegarvi il perché. Il titolo è stato ricavato da una frase che all’età di 14 anni sentii dire a degli avventori tedeschi di una gelateria di Caorle quando capirono che noi, un gruppo di ragazzini che sedavamo sul tavolo accanto, eravamo italiani. Una frase che allora non capii nel suo significato intrinseco e che mi portai dentro nel corso degli anni.
Qualcun altro invece pensa che sia un “guerrafondaio” e che la Libia avesse tutti i diritti di requisire i beni degli italiani. A questi devo dire: studiate la storia! La richiesta di “risarcimento” per danni di guerra della Libia è una storia vecchia che, tra l’altro, mai nessun paese coloniale si è sentito avanzare. Per porre fine alla diatriba l’ONU emise una risoluzione (n.388 del 1950) che portò Libia ed Italia a firmare un trattato ratificato nel 1957 con il quale l’Italia cedeva alla Libia tutte le infrastrutture create dagli italiani ed inoltre ripagava alla Libia i presunti danni dell’occupazione con un simbolico indennizzo in sterline. Tutto bene fino al 1970,con l’ascesa al potere del “padre della rivoluzione” Gheddafi (che rivoluzione poi non fu ma mero colpo di stato), quando il rais confiscò tutti i beni agli italo-libici espellendoli seduta stante dal paese, in totale spregio della risoluzione dell’ONU del 1950 e del trattato del 1957. Il valore dei beni è stato calcolato, al 1970, dal Governo italiano in 200 miliardi di lire per il solo valore immobiliare. Includendo i depositi bancari e le varie attività imprenditoriali ed artigianali con relativo avviamento, questa cifra supera i 400 miliardi di Lire che, attualizzati al 2006, significa circa 3 miliardi di euro. In trentasette anni, non vi è mai stato un provvedimento ad hoc che prevedesse l’adeguato risarcimento per la confisca del 1970. Ma soprattutto l’Italia non si è mai significativamente appellata all’ONU per far rispettare la risoluzione ed i suoi diritti!! Abbiamo preferito fare buon viso a cattivo gioco per portare a casa un po’ di petrolio e gas che, con buona diplomazia, avremmo potuto procurarci altrove facendo valere i nostri diritti in sede ONU. Non solo nel 1986 quando Reagan, a seguito della strage di Lockerbie e degli attentati in Germania contro soldati americani, mandò a bombardare Gheddafi (mandante degli attentati) l’Italia negò il suo aiuto all’alleato U.S.A ed avvertì il governo di Tripoli della rappresaglia americana in atto, tradendo così ancora una volta un suo alleato,ed il rais si salvò. (vedi articolo di Travaglio post precedente)
Penso che la guerra non porti mai a nulla di buono e che non ci sia ne una guerra “giusta” ne “santa” ma penso anche che le leggi, come le risoluzioni internazionali, vadano rispettate per un vivere civile e per evitare che pazzi come questo facciano quello che vogliono.


Gump la sua schiena è più contorta di un politico…(Forrest Gump)

BENVENUTI IN TUNITALIA! di Forrest Gump

Wednesday, March 30, 2011

BENVENUTI IN TUNITALIA! di Forrest Gump

 Eh si, dopo aver festeggiato i 150 anni dell’unità d’Italia ci accingiamo a “festeggiare” la nascita del nuovo stato di TUNITALIA. Le nostre porte sono sempre aperte…A TUTTI!
Se è vero che per dovere morale, civile e cristiano dobbiamo accogliere i rifugiati politici e di guerra, ovvero persone che fuggono da situazioni belliche e che per solito hanno perso tutto ma non ancora la vita, non è affatto vero che dobbiamo accogliere i clandestini, ultimamente tunisini, che abbandonano il loro paese in cerca di… fortuna??? No, non penso, anzi mi domando proprio cosa cerchino. Ricordo che in Italia esiste il reato di clandestinità (come nel resto d’Europa), ricordo inoltre che la Tunisia è appena stata “liberata” dalla presenza di Ben Alì dallo stesso popolo tunisino che chiedeva libertà e democrazia. Ma come? Ottengono ciò che vogliono e scappano?
Gli italiani, nella 2° guerra mondiale, appena liberati esultarono e si diedero un gran da fare per la ricostruzione del loro paese ed in ciò fummo aiutati anche dai paesi stranieri (come gli USA con il piano Marshall) ma a casa nostra, ed è quello che noi dovremmo fare con loro!
Ma stasera(29-3-2011), al TG5, il ministro Maroni ha detto che domani 6 navi italiane caricheranno questi clandestini per portarli via da Lampedusa e, udite udite, “spalmarli” nelle varie regioni italiane all’interno di non meglio identificati centri d’accoglienza. Poiché siamo in Italia non è difficile capire come andrà a finire: il 20-30% (se va bene) verrà rimpatriato ed il rimanente si darà “alla macchia” dai centri d’accoglienza e rimarrà clandestino qui da noi, almeno fino alla prossima “sanatoria”.
Ho visto anche Berlusconi al TG5 che difendeva, a spada tratta, la sua reputazione ed onorabilità contro la magistratura di sinistra. Caro Presidente, dei suoi processi ed affari non mi interessa niente (sono cose che riguardano lei), come non mi interessa sapere dalla stampa che Lei guadagna 40 milioni di € all’anno, non sono invidioso, visto poi come li spende… Quello che mi interessa è che faccia il Suo dovere di Presidente del Consiglio per il bene dell’Italia e degli italiani, per questo l’hanno eletta non perché si occupi dei suoi affari. Per questi deleghi qualcun altro e ci tiri fuori dalla m…!
 A tutti i clandestini dico: BENVENUTI IN TUNITALIA TERRA DEI CACHI E DI… MACACHI!!!


Certi fatti te li ricordi bene, altri invece per niente. Strano! (Forrest Gump)

“BACIAMO LE MANI” di Forrest Gump

“BACIAMO LE MANI” di Forrest Gump

A tutto c’è un  limite! Mia nonna mi diceva sempre: “Mai avere a che fare coi matti!”…e qui ai matti baciamo le mani… Discutibile scelta quella di Berlusconi di intraprendere “affari” con la Libia, si discutibile soprattutto moralmente dato che li i diritti umani sono calpestati da oltre 40 anni.


Discutibile, quindi, anche il chiedere scusa per l’occupazione italiana “per ciò che gli italiani avevano fatto verso il popolo libico” visto come il popolo libico viene trattato dal suo “capo”. Discutibile poi paventare un finto moralismo quando la comunità internazionale insorge contro un rais che spara contro il suo popolo, noi che fino a ieri lo invitavamo in Italia scortato da amazzoni e gli facevamo tenere lezioni di morale e religiose al fine di mietere proseliti anche da noi. Ma uno che si presenta in “terra straniera” ed in visita ufficiale e pretende di alloggiare in un parco sotto una tenda (faraonica) vi pare normale??? Non sapevamo che era un matto che opprimeva il suo popolo e faceva principalmente i suoi interessi e quelli dei suoi figli (ve li raccomando, guardate un po’ nelle cronache cosa hanno combinato in giro per il mondo)??
Mha, si sa, gli affari sono affari e per salvare la faccia mandiamo sei “aeretti” così sembriamo un po’ più buoni agli occhi del mondo!...e dopo averla baciata…la mano gliela mordiamo!!


“Eravamo come pane e burro.” (Forrest Gump)