giovedì 22 agosto 2013

OBAMA IL "COMUNISTA" DIFENDE HO CHI MIN DANDO UN CALCIO AI SOLDATI AMERICANI MORTI, CATTURATI, TORTURATI E DEPORTATI NEI CAMPI COMUNISTI. MA QUESTI "EROI" CHI LI HA MANDATI IN VIETNAM MR. PRESIDENT?

TRATTO DA BASTABUGIE:
Il blog di Forrest Gump non è schierato politicamente ma non può tacere le ingiustizie! Finalmente un articolo che svela la vera faccia di Mr. Obama: green e... comunista! Uno schiaffo ai tanti ragazzi e padri di famiglia, e alle loro famiglie, morti in Vietnam nel nome del loro Paese.
Rileggetevi anche questo post:
http://forrestgump94.blogspot.it/2013/01/vietnam-ecco-come-gli-usa-hanno.html


 

OBAMA RISCRIVE LA STORIA DEL VIETNAM ED ESALTA HO CHI MINH
Il capo della Casa Bianca ha finalmente svelato il suo progetto ideologico: costruire l'uomo nuovo (laico ed ecologista), perseguitando le religioni
di Stefano Magni
Barack Obama ha voluto ingraziarsi l'ospite vietnamita? Ricevendo il presidente del Vietnam, Truong Tan Sang, alla Casa Bianca, era abbastanza normale che non gli rammentasse i 10 anni di guerra con gli Stati Uniti, i prigionieri americani torturati, deportati nei gulag, assassinati dopo la cattura, trattenuti ancora per anni e anni dopo la fine della guerra. Fra questi c'era anche l'ex candidato presidenziale John McCain, senatore repubblicano, che tuttora porta i segni della terribile prigionia. Del resto anche ghli Stati Uniti hanno molto da farsi perdonare. Ma, si sa, l'etichetta lo impone: sono cose che non si devono ricordare a un ospite, durante una discussione sulla cooperazione vietnamita-statunitense.
Quel che Obama avrebbe potuto risparmiarsi, però, lo ha detto ricordandolo nella conferenza stampa congiunta tenuta dopo l'incontro al vertice: «Abbiamo discusso del fatto che Ho Chi Minh – il fondatore dello Stato comunista nordvietnamita, ndr – sia stato realmente ispirato dalla Dichiarazione di Indipendenza e dalla Costituzione degli Stati Uniti e dalle parole di Thomas Jefferson».
Ho Chi Minh era l'eroe di tutti i contestatori sessantottini, in mezzo ai quali è cresciuto lo stesso Obama, che nelle marce della pace scandivano: "Viva Lenin! Viva Mao! Viva Ho-Chi-Minh!". Qualcuno conserva ancora dei bei ricordi di quei tempi, quando pochi giovani sapevano che cosa Ho Chi Minh (tantomeno Mao) stesse facendo al suo popolo e quale tipo di Stato stesse realmente costruendo. È diventato il simbolo del distruttore dello "Stato imperialista borghese" e della prima potenza dell'odiato "blocco capitalista": quella che Obama oggi presiede, anche nella veste di comandante in capo.
Ho Chi Minh, «ispirato dalla Dichiarazione di Indipendenza» ha ucciso tutti gli indipendentisti non comunisti, chiudendone i partiti e i giornali, facendone arrestare i leader, i militanti, i simpatizzanti e i loro parenti, donne e bambini compresi. Faceva uccidere o imprigionare chiunque si opponesse al disegno di rendere il Vietnam un Paese comunista, assoggettato pienamente al volere della "casa madre" di Mosca. «Tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità», recita la Dichiarazione di Indipendenza.
«E' meglio uccidere dieci innocenti che lasciar vivo un solo nemico» recitava un motto del Partito Comunista Vietnamita guidato da Ho Chi Minh. Il leader «ispirato da Thomas Jefferson»
divise in classi il suo popolo e procedette allo sterminio dei "signori terrieri", poi dei "contadini ricchi", poi degli "alti livelli della classe media", infine dei piccoli proprietari terrieri, in successive ondate di terrore. Troupe teatrali di militanti comunisti aizzavano all'odio i contadini contro i loro vicini più ricchi. Li schernivano in pubblico prima di processarli e ammazzarli sommariamente nei modi peggiori che mente umana possa immaginare.
Almeno un milione e mezzo di vietnamiti, secondo le stime più prudenti, morì in queste purghe. La Dichiarazione di Indipendenza cita esplicitamente il Creatore. Ho Chi Minh impose l'ateismo di Stato e fece sopprimere tutti coloro che avevano una fede. Buddisti, cristiani, non c'era differenza alcuna: erano tutti "controrivoluzionari", da arrestare, condannare ai lavori forzati, rieducare con la forza, uccidere. Fra i reati puniti con la morte, c'era anche quello di "incitare i cattolici a contrastare la rivoluzione".
Tuttora il Vietnam non lascia spazio alcuno alla libertà di religione. Solo per ricordare le notizie dell'ultimo mese: l'avvocato cattolico Le Quoc Quan è sotto processo per "evasione fiscale" (un capo di imputazione usato spesso per far tacere le voci critiche); membri della minoranza etnica dei Montagnard sono stati arrestati in massa perché "minano l'unità nazionale"; attivisti cattolici, dal carcere, stanno intraprendendo digiuni e proteste pacifiche, per cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica e lo stesso presidente Obama. Per poi sentirsi dire che il loro primo, storico persecutore era un ammiratore della libertà individuale? Ispirato da Jefferson? C'è una differenza filosofica fondamentale fra chi, come Jefferson, riteneva che tutti gli uomini fossero creati uguali e godessero di eguali diritti naturali, pre-esistenti al governo e chi, come Ho Chi Minh, pensava di dover creare l'uomo nuovo e la società egualitaria, dando un potere totale al governo e schiacciando tutti coloro che (per religione, classe e idee politiche) si opponevano al suo progetto. Sono due filosofie opposte.
A Obama non può essere sfuggito questo "dettaglio", se non per volontà politica e ideologia. A cosa mira Obama? A reinterpretare la Dichiarazione di Indipendenza, la Costituzione e le basi dell'ideale americano. Vuol dare più poteri al governo, per rendere i suoi cittadini più eguali fra loro. Vuol ridistribuire le ricchezze, tassando (e penalizzando) "i ricchi". Vuol costruire l'uomo nuovo, laico ed ecologista, penalizzando le tradizioni religiose. No, non è sicuramente un lapsus quell'omaggio di Obama a Ho Chi Minh.
 
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 28/07/2013

lunedì 19 agosto 2013

L'ELEMOSINA DATELA IN CHIESA. I VERI BISOGNOSI LI CONOSCE IL PARROCO O LE ASSOCIAZIONI PREPOSTE. GUARDATEVI ATTORNO, FORSE UN VOSTRO AMICO O CONOSCENTE NE HA PIÙ BISOGNO!



DARE SOLDI AI MENDICANTI? FA SENTIRE BUONI, MA...
I bisognosi veri li conosce solo il parroco, perciò le offerte vadano a lui e non siano disperse nei centesimi che zingari e postulanti vari pietiscono ogni giorno alimentando il racket
di Rino Cammilleri
Il mio Antidoto sui «poveri» ha suscitato un notevole dibattito, e anche qualche insulto da parte di cattolici di piatto ingegno che porgono l'altra guancia ai nemici di Cristo ma riservano tutta la loro indignazione per i correligionari. Nessuna meraviglia, certi esempi vengono dall'alto. Servili col mondo e spietati con chi conta poco o nulla. Insomma, clericali.
Vabbé, dicevo dei «poveri». Diversi anni fa Antonio Frajese, compianto giornalista televisivo (prese a calci in diretta il noto disturbatore Paolini), si travestì da accattone e, nel reportage che ne seguì, rivelò quanto aveva guadagnato con quella trovata. Tanto.
Addirittura uno dei racconti di Sherlock Holmes è dedicato allo stesso argomento: la sparizione di un impiegato che, l'investigatore scoprì poi, guadagnava molto di più come questuante. Sotto casa mia un vecchietto in stampelle mi strappava il cuore finché la mia portinaia non mi rivelò che la moglie era impiegata alle poste e lui, in quel modo, si era comprato diversi appartamenti. A Milano, dove il metro quadro costicchia. 
Quando ero giovane e fresco di conversione, da buon neofita "adottai" una mendicante che mi impietosiva col suo vistosissimo gozzo. Convinsi un mio amico chirurgo a visitarla e operarla gratis. Ma al momento convenuto lei non si presentò: avrebbe perso la possibilità di impietosire. Tempo dopo, alla stazione ferroviaria incontrai un giovane con la testa fasciata. Chiedeva l'elemosina e io divisi con lui tutto quel che avevo in tasca: duemila lire, mille per uno. Colpito dalla mia generosità, mi rivelò che quella fasciatura era fasulla. Lo rimproverai indignato. Lui allora mi prese una mano e mi fece toccare il suo cranio: sentii al tatto una profonda fessura. Disse che non era in grado di lavorare perché quel trauma ogni tanto lo faceva svenire. Io, sconvolto, gli diedi anche le altre mille lire. Passò un anno e partii per il servizio militare. Mi assegnarono a un comando di stazione ferroviaria. Un giorno, mentre chiacchieravo col poliziotto dell'ufficio adiacente, vidi da lontano passare quel famoso giovane: aveva la testa fasciata ma anche il gesso a una gamba. Raccontai al poliziotto del mio incontro, l'anno prima, con lui. Il poliziotto, ridendo, mi disse che quello lì stava benissimo: ogni mattina passava dall'ospedale, si faceva dare i gessi o le fasciature avanzate, poi prendeva il treno e andava a impietosire la gente di un'altra città.
E' vero, non tutti i napoleonici erano ladri ma Bonaparte sì. Oggi il cibo e i vestiti si buttano, non siamo più ai tempi di san Martino. E sia la Chiesa che lo Stato rendono del tutto superfluo l'accattonaggio di strada.
I bisognosi veri li conosce solo il parroco, perciò le offerte dei cattolici vadano a lui e non siano disperse nei centesimi che zingari e postulanti vari pietiscono ogni giorno. Darglieli può farci sentire «buoni», ma alimenta il racket.
Sono considerazioni, queste, di semplice buonsenso, quel buonsenso che una volta veniva predicato dal pulpito ma oggi non più per paura (sì, paura) dell'impopolarità. Io non ho alcuna popolarità da difendere e del giudizio dei bigotti me ne frego. Ho scelto il cristianesimo perché è una religione virile, coraggiosa e controcorrente, che giudica il mondo e non se ne fa condizionare. E se c'è da rimetterci il collo come il Battista che rimproverava apertamente Erode, o come Cristo che alzava la voce contro gli ipocriti politicamente corretti, ebbene, era nei patti.