venerdì 30 settembre 2011

LA LEGGE MOSCA - Orgoglione di essere Italiasco!

30 Settembre 2011 - Ho ricevuto una curiosa mail da un amico a firma Riccardo Scagnoli. Si parla di una bizzarra ed assurda legge del 1974 (n°252) del deputato Gaetano Mosca della quale ho trovato un certo riscontro in rete. Leggete un pò, con pazienza e calma poichè è un pò lunga, ed allibitevi!
Povera Italia...(come diceva la mia saggia nonna)!


Oggi parleremo della legge n. 252 del 1974, meglio conosciuta come “legge
Mosca”. Una delle leggi più “misteriose” che siano mai state scritte, ma
anche una delle più dispendiose e deleterie in tema di privilegi assegnati
ad una determinata casta, quella dei politici e soprattutto, dei
sindacalisti.

Innanzi tutto chi  è Giovanni Mosca. È un ex-deputato socialista poi
travasato dentro la CGIL al posto del defunto Fernando Santi e di nuovo
deputato quando passò l’incompatibilità tra mandato parlamentare e quello
sindacale. Caduto con Craxi, oggi è un vecchietto arzillo che vive nella sua
villa del Chianti e ripete: “La legge era giusta, non mi sono mai pentito.
Calcolammo allora che in Italia ci fossero circa 7-8000 persone in questa
situazione. All’inizio quasi la metà delle domande fu bocciata (a esaminare
le pratiche c’era una commissione di funzionari del Ministero del Lavoro e
dell’Inps). La legge doveva durare solo due anni e invece fu prorogata per
altri 20 anni (e le domande di riferimento continuano anche oggi a pervenire
all’Inps e non sappiamo che fine facciano!)

Alla fine questa legge ha permesso fin’ora a 37.119 persone di beneficiare
di “contributi figurativi” (gli stessi che Tremonti voleva togliere ai
pensionati che hanno servito la patria come soldati) per oltre 25.000
miliardi di lire, pari a circa 12,5 miliardi di €, tutti a carico dell’Inps!

Andiamo per ordine.

Chi sono i soggetti destinatari di questa legge?

Funzionari di partito e sindacalisti.

Di quale parte politica e sindacale?

9.368 sindacalisti della CGIL; 3.042 della CISL; 1.385 della UIL

8.081 funzionari ex-PCI; 3.952 ex-DC; 1.901 ex PSI

9.390 appartenenti a organizzazioni minori o incarichi diversi.

Qual’è l’intendimento della legge?

Riscattare a costo zero gli anni trascorsi nel partito o nel sindacato,
pagati al nero o non pagati perché in regime di volontariato (attenzione
alla truffa!).

Qual è il titolo per avere diritto ai benefici di legge?

Una dichiarazione in carta semplice siglata dal sindacato o dal partito.

Avrete già capito dove andremo a parare: ma dobbiamo fare dei nomi, per
altro leggibili negli elenchi della Previdenza Sociale.  Giorgio Napolitano,
Achille Occhetto, Armando Cossutta, Franco Marini, Ottaviano del Turco,
Sergio D’Antoni, Piero Larizza, Antonio Pizzinato, Bruno Trentin, Antonio
Bassolino e, tra i deceduti, Bettino Craxi, Nilde Jotti e Alessandro Natta.

Capirete che sono solo alcuni, ma piuttosto sconcertanti. Comunque i due
unici  interventi fatti nei confronti dell’Inps (e certo non si trattava di
un intervento contro la privacy), per la pubblicazione degli elenchi sono
del 1998 da parte del senatore di FI Eugenio Filigrana e del  2001 da parte
del consigliere comunale di Roma, Marco Palma.Evidentemente si vuole evitare
un’azione di rivalsa, da parte dello Stato stesso, contro questa che non c’è
ritegno a definire “truffa ai danni dello Stato”. Perché parliamo di azioni
di rivalsa? Perché la maggior parte di coloro che si sono “spacciati” per
giovani attivisti impegnati nei partiti e nei sindacati a sudare le sette
camicie peggio dei minatori o degli operai metalmeccanici, oggi godono di
prebende ulteriori, per non dire che sono parlamentari, manager di Stato,
personaggi altolocati. Esempio:

Sergio D’Antoni, ex-segretario della Cisl, parlamentare del PD: da quando
aveva 55 anni prende una pensione da insegnate dall’Inpdap di 5.233 € netti
al mese, grazie all’intervento della legge Mosca che gli ha condonato gli
anni fino al 40°, un po’ troppi visto che figurerebbe docente a 15 anni! Ma
Ottaviano del Turco lo supera, perché Mosca gliene ha condonati dall’età di
14 anni; Carniti da 17, Occhetto da 18, Napolitano da 33, Natta da 27, Jotti
da 25 e Craxi da 18! Tutta questa gente, e tante altri migliaia e migliaia,
potrebbero essere “rivisitati” per accertare se l’intervento di Mosca è
tutt’ora compatibile col loro reddito.Non per parlare sempre di D’Antoni,
poveretto, ma si becca pure la miseria di 14.000 € di stipendio come
deputato. Del Turco, invece, che tentò la carta regionale (e finì in
galera), oltre alla pensione Mosca, riscossa a 54 anni, gode anche della
pensione di parlamentare, per dodici anni di “frequenza”, pari a 5.400 €!

E’ possibile che la legge Mosca abbia “aiutato” gente bisognosa (voi ci
credete?), tutto è possibile. Allora chiediamo al Presidente dell’INPS di
tirare fuori gli elenchi di questi “autentici evasori e privilegiati”, e, in
segreto, naturalmente, andiamo a confrontare i loro redditi, e, se del caso
facciamogli restituire (a rate, certo) il mal tolto.

Non crediate che non sia accaduto! Vi ho sempre detto che questo nostro
paese, oltre ad essere bistrattato dai politici, è anche incomprensibile!

Secondo il procuratore del tribunale di Grosseto, Pietro Federico, molti
hanno usufruito della legge Mosca facendo passare per lavoro le attività di
semplice volontariato (circa 10.000 beneficiari minorenni!) e ingenerando,
quindi il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato. Il capzioso
magistrato toscano si è incaponito nella sua inchiesta e ha costretto
l’Inps, i principali partiti e il Ministero del Lavoro a consegnargli le
38.000 pratiche, che, doviziosamente ha distribuito a tutte le procure
d’Italia. Lui, purtroppo, può occuparsi solo di 470 persone, ma già 30 le ha
indagate e rinviate a giudizio. Certo le velocità dei nostri tribunali le
conosciamo tutte: alcuni dei grandi privilegiati sono morti, probabilmente
quando l’inchiesta terminerà l’uomo avrà conquistato Proxima Centauri.
Ringraziamo lo sforzo di questo magistrato giudizioso, ma il problema non è
solo giudiziario, anche finanziario: facevate così presto a togliere dagli
stipendi alti, ma sacrosanti il 5 o il 10%, perché non provvedete a
restituire all’Inps un po’ di questi miliardi regalati ad una casta di gente
privilegiata, che non si vergogna di girare per strada?

Altri interventi della magistratura (quando non faceva politica) ci furono:
alcune procure fecero la retata degli autisti dodicenni, cioè gente che
aveva chiesto ed ottenuto l’aggancio dei contributi figurativi dall’età di
dodici anni, quando facevano gli autisti! Ci fu la vicenda di un impiegato
toscano della DC che intascò qualcosa come 325 milioni di lire, inventandosi
30 anni di lavoro. E il caso del processo istituito contro 111 lavoratori
fittizi del PCI, DC, CISL e Lega COOP (ci siamo dimenticati di dirvi che
anche le Cooperative hanno utilizzato a man bassa la legge Mosca!), che
furono agevolati senza mai aver lavorato: in compenso avevano fatto i
partigiani. Ma si tratta di una goccia nel mare!

A proposito: tutti coloro che si erano trovati nelle stesse condizioni dei
funzionari di partito o sindacalisti o altro, ma inseriti in organizzazioni
fasciste, si videro la domanda respinta. Se ci pensate fu una cosa logica:
quando si ruba o si truffa occorre essere dei democratici e degli
antifascisti, fino in fondo!

I casi clamorosi scatenarono nei sindacati una paura folle, appunto, e il
timore che qualcuno, magari un ministro dell’appena nato Centro Destra,
potesse mettere le mani su questo imbroglio. Allora un piccolo decreto
legislativo firmato dall’ex-cislino Tiziano Treu, Ministro del Lavoro,  nel
1996 volle venire incontro, da capo, ai sindacalisti, per premiare la loro
indefessa fatica, cioè la possibilità di vedersi moltiplicare per due (come
il mago Otelma) i contributi pensionistici. Vediamo come.

Lo Statuto dei Lavoratori, ultima gaffe del de cuius ministro del Lavoro,
ahimè anconetano, Brodolini, prevede che ai dipendenti in aspettativa per
incarichi sindacali siano versati, a carico dell’Inps, contributi figurativi
calcolati sulla base dello stipendio non più versato dall’azienda di
provenienza. Con il decreto Treu i sindacalisti in aspettativa possono
godere di un ulteriore versamento da parte del sindacato. Lo stesso
privilegio è garantito ai sindacalisti distaccati, cioè quelli che,
nonostante nel posto di lavoro non ci stiano mai perché lavorano per il
sindacato, percepiscono ugualmente lo stipendio dalla loro azienda. In base
agli ultimi dati disponibili questa casta che ha diritto alla doppia
contribuzione è formata da 1.793 individui di cui 1.278 della CGIL. Avete
capito perché la Camusso, i Casarini, i Rinaldini la rivoluzione non la
faranno mai?

Ma non è ancora finita: tutta questa bagarre di questi giorni e che è
costata uno sciopero generale, nasconde, in realtà la vergogna dell’art. 18,
dove si prevede, per il lavoratore licenziato, l’obbligo di reintegro.
Ebbene tale art. 18,  ai sindacati dei lavoratori, ma anche dei datori di
lavoro (Confindustria, CGIA, CNA, Confcommercio, ecc., a cui è stato bene),
non si applica. In poche parole questi signori sono liberi di licenziare i
propri dipendenti senza correre il rischio di doverli riassumere se un
giudice decidesse che il licenziamento è avvenuto senza una giusta causa.

Bella democrazia, e soprattutto, poveri lavoratori!

Riccardo Scagnoli



Alcuni anni fa ad Ancona un delegato CGIL presentatosi alle elezioni con il
PSI, non essendo stato eletto è stato cacciato dalla CGIL. Ricorso in
tribunale il giudice lo ha reintegrato ma la CGIL si è rifiutata di eseguire
l’ordine. Non so come è andata a finire ma si può ben immaginarlo.

Leggete anche: http://lavocedeisenzavoce.myblog.it/archive/2011/08/23/la-legge-mosca-gaetano-mosca-n-252-del-1974-che-nessun-comun.html

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