mercoledì 20 luglio 2011

ORO BUON INVESTIMENTO

Contrariamente a quanto espresso in questo articolo, ritengo più "opportuno" l'acquisto di oro fisico in lingottini o verghe (ma ribadisco è un opinione personale), anche se comporterà il nolo presso una banca di una cassetta di sicurezza.
A cura di Ole S. Hansen, Senior Advisor, Saxo Bank  

Nell’antica Roma, intorno all’1 a.C., un cittadino romano poteva comprare un’uniforme completa con un’oncia d’oro. Nel 2011, un uomo d’affari, può ancora comprare la sua “uniforme” con un’oncia d’oro. E questo dimostra come il valore del metallo giallo abbia mantenuto inalterato il proprio valore nel corso dei secoli.

Quando si parla di oro, l’argomento da sempre tende a suscitare profonde emozioni nelle persone che sembrano dividersi in due fazioni: c’è chi lo ama e chi lo odia. Basta guardare ai rally che hanno riguardato l’oro a partire dal 2000 e in particolare a quello del 2009.

Quello che è indiscutibile è che l’oro ha sempre assunto, storicamente, il ruolo speciale di custode di valore. L’oro non può essere creato, anche se molti alchimisti ci hanno provato. Non potrà mai essere distrutto in quanto non è solubile nell’acido nitrico, a differenza dell’argento e dei metalli di base. L'oro è un simbolo di prosperità e fortuna che ha contribuito a conservare la ricchezza delle famiglie attraverso generazioni.

Dallo scoppio della crisi finanziaria del 2008, gli investitori sono sempre alla ricerca di alternative rispetto alle asset class più tradizionali, quali obbligazioni e azioni. E l’oro ha beneficiato grandemente di questa riallocazione. Il facile accesso e i vantaggi associabili all’oro, l’hanno reso un investimento estremamente popolare sia tra i risparmiatori sia tra gli hedge fund più sofisticati.

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Negli ultimi tre anni, gli investimenti complessivi in commodity sono cresciuti dai 265 ai 425 miliardi di dollari secondo Barclays Capital. E l’oro ha guidato questa corsa esplosiva alle commodity visto che oggi rappresenta un terzo degli investimenti che vengono convogliati verso le materie prime.

Quali i fattori che hanno contribuito a rendere l’oro un investimento di grande successo? La crisi finanziaria del 2008 ha scosso la fiducia della gente nel sistema finanziario visto che le banche centrali hanno dovuto inondare il mercato con iniezioni di liquidità a tassi estremamente bassi al fine di mantenere le istituzioni finanziarie a galla. Questo ha scatenato la corsa alle commodity, con gli investitori alla ricerca di beni materiali con disponibilità limitata e quindi con una maggiore probabilità di mantenere inalterato il loro valore. In concomitanza, le compagnie minerarie hanno posto fine alla pratica di vendere la propria produzione attraverso contratti a termine, eliminando così dal mercato una grande quantità della fornitura.

Le politiche volte a tenere bassi i tassi di interesse hanno portato a una crescita dell’inflazione. Questo comporta ritorni negativi dagli strumenti a reddito fisso, come le obbligazioni, che presentano rendimenti più bassi del tasso di inflazione.  Lo scenario è dunque più favorevole a strumenti non collegati all’andamento dei tassi come l’oro. In questo modo il costo opportunità di detenere oro è pari a zero.

Un altro importante fattore da tenere in considerazione è il comportamento delle banche centrali che negli ultimi due decenni sono state un venditore netto di oro. Ora non più. Questa pratica è cessata nel 2009 e lo scorso anno sono diventate compratori netti poiché le economie emergenti stanno cercando di diversificare le loro riserve nazionali  per coprirsi da un’inflazione più alta e da un possibile calo del dollaro. Tradizionalmente l’investitore retail investe in oro attraverso l’acquisto di gioielli o di azioni di compagnie minerarie mentre gli investitori istituzionali attraverso futures o lingotti di oro fisico. Negli ultimi cinque anni tuttavia, il campo si è aperto a tutti grazie alla popolarità crescente degli ETF. Questi strumenti, quotati sulle Borse come le azioni, sono stati studiati per replicare la performance del mercato sottostante. La crescita degli ETF in oro ha portato oro e argento nel portafoglio di molti nuovi investitori.

Durante i mesi di giugno e luglio, abbiamo assistito ancora una volta ad una crisi del debito europeo, proprio come accadde nello stesso periodo dell'anno scorso, quando lo stato di disperazione dell'economia greca stava cominciando ad emergere. Da allora abbiamo visto altre nazioni come il Portogallo e l'Irlanda che hanno iniziato a ricevere assistenza finanziaria, mentre le agenzie di rating hanno continuato a declassare il merito del credito di questi paesi periferici e di altri paesi europei.

L'economia degli Stati Uniti nello stesso periodo ha visto un ulteriore freno, non previsto, alla propria crescita economica anche a causa del costo crescente dell’energia e dell’effetto a catena del terremoto e dello tsunami in Giappone.

Il rally dell’oro continuerà? Crediamo di sì, sebbene a un ritmo più lento di quello che abbiamo visto nel 2010, dove ha registrato una performance del 30% , ovvero circa il 10 per cento in più rispetto alla media annuale degli ultimi dieci anni. I fattori che hanno spinto i metalli preziosi sono ancora tra noi e dovrebbero continuare a impattare sui prezzi per il resto dell'anno.

Il problema del debito sovrano europeo rimane fonte di preoccupazione, nonostante la volontà politica di trovare una soluzione. Questa situazione è funzionale all’oro soprattutto in combinazione con rendimenti reali che continuano ad essere in territorio negativo in diverse economie. Crediamo che l’oro continuerà a consolidarsi in un range tra 1.500 e 1.600 con un probabile e ulteriore rialzo a quota 1.650  nei mesi a venire.

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