giovedì 28 aprile 2011

GIOVANNI PAOLO II BEATAMENTE SPORTIVO E...SICURAMENTE SANTO!

Pochi ricordano le performance sportive di Giovanni Paolo II, soprattutto i più giovani, perché lo ricordiamo malato nell’ultimo decennio di vita.
Ancora in meno sapranno che, una volta eletto Papa, volle una piscina all’interno del Vaticano dove potersi “allenare” e mantenere in forma.


A fronte dello stupore della sua richiesta fece notare, alle alte gerarchie vaticane, di quanto costasse meno una piscina di un altro conclave... ovvero mise in luce la sua “necessità” di muoversi.
Nel 1979 gli fecero omaggio di un paio di sci fatti su misura per lui ed ebbe a dire: “Prego ogni giorno di essere difeso da questa tentazionema spesso la tentazione prendeva il soppravvento e lo si ritrovava in funivia tra lo stupore degli sciatori che si imbattevano in lui.
Leggendarie sono poi le sue escursioni in montagna,           
meta preferita per le sue vacanze estive. Un giorno un
escursionista stupito ebbe a dire: “Non potevo credere
che quell’uomo seduto su una roccia vicino a una cas-
cata, con indosso vecchi stivali e un cappello da pescato-
re mentre apriva una scatola di sardine fosse il Papa”.
Voglio riportare alcune frasi molto significative in cui il Pontefice cita lo sport, la prima è del 1981 in un discorso ai giovani:
La seconda è del 2004:
“Lo sport non può essere ridotto solo a una questione di gol e di medaglie, di coppe, primati e traguardi tagliati a suon di miliardi e dirette televisive. Lo sport è qualche cosa di più alto e più nobile: è il 'veicolo' privilegiato per la formazione ‘integrale’ dell'uomo, attento ai valori della solidarietà, del lavoro, del sacrificio, della giustizia. Un ‘veicolo’ che forma e aiuta a crescere, e condanna ogni forma di ‘scorciatoia’ per raggiungere sogni impossibili e ricchezze effimere, ricorrendo anche al trucco e a volte anche al doping”.

Il Papa sciatore catalizza i media, non si era mai visto prima un pontefice sugli sci, e non solo. Vorrei ricordare un aneddoto legato a quel periodo. Ricordate (primi anni ’80) i famosi cappellini in piumino d’oca Conte of Florence? Bhe fu proprio Giovanni Paolo II, seppur inconsapevolmente, a “lanciarli”. Infatti il proprietario dell’azienda, un certo Romano Boretti, intuì che se il suo cappello l’avesse indossato il “Papa sciatore” sarebbe sicuramente stato un successo di risonanza mondiale. Il buon Boretti si mise a “pedinare” il Papa sulle piste da sci e, complice una improvvisa nevicata, gli fece dono di uno dei suoi cappelli (anzi per la precisione glielo calzò nel capo). Da allora per quasi un ventennio fu il cappellino da sci più diffuso a livello internazionale.

Dura fu per lui la malattia, non solo per le sofferenze fisiche ma anche per quelle morali e per l’impossibilità di poter muoversi liberamente come amava fare. La sua santità l’abbiamo percepita anche in questo… Nell’accettazione della malattia ma non nella rassegnazione. Migliaia di pellegrini si recheranno a Roma il primo Maggio per la sua Beatificazione, tra questi anche una cara amica con il marito, alla quale chiedo una preghiera a questo ATLETA DI DIO!







Lo so che non mi crede se glielo dico, ma io corro come il vento che soffia! E da quel giorno, se andavo da qualche parte, io ci andavo correndo! (Forrest Gump)

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