venerdì 15 aprile 2011

FIAT da industria a finanziaria

Gli americani non sono stupidi. Ricordo che l’acquisizione, da parte di Fiat, della Chrysler è avvenuta senza esborso monetario come il relativo aumento della quota di partecipazione dell'altro giorno. Ciò non vuol dire affatto che è avvenuto gratis! L’accordo si basa sul rispetto di tre fondamentali cardini contrattuali, scritti nero su bianco, che Fiat deve rispettare.
Il primo, già raggiunto da tempo, era che Fiat vendesse nei paesi dell’America Latina (Brasile in primis ove è leader di mercato) presso i suoi concessionari vetture a marchio Chrysler e che quest’ultima raggiungesse ricavi per 1,5 miliardi di dollari fuori dai paesi Nafta (USA,Canada e Messico), oltre che alla commercializzazione dei suoi modelli nei paesi UE. Questo sta avvenendo grazie alla “furbata” di far produrre a Chrysler i modelli Lancia che verranno da noi importati e venduti. Questo primo “step” prevedeva, in definitiva, l’aumento della produzione del marchio yankee…che è andato a discapito di quello “nostrano”.
Il secondo passo dell’accordo prevedeva la realizzazione di un motore a benzina a bassa emissione, capace di percorre almeno 14 km/l, con relativa produzione in USA. Cosa che è stata facile per Fiat, ha preso semplicemente il motore 1400cc. che equipaggia la 500 e lo ha iniziato a  produrre oltreoceano come del resto tutta l’auto destinata a quel mercato.
L’ultimo step è il più complesso ma ambito e mette in luce il vero aspetto “finanziario” (da parte di Fiat) e non industriale di tutta la vicenda. Ricordo come il marchio di Torino ci ha già abituato, in tempi recenti, a fantasiose manovre finanziarie che non hanno nulla a che fare con l’oggetto sociale di Fiat auto che è meramente industriale, ovvero produrre auto e guadagnare su ciò! (vedi il caso Gabetti Grande Stevens poi assolti dall’accusa di aggiotaggio a favore di Fiat).
Infatti il passaggio dal 35 al 51% su Chrysler non avverrà più a titolo gratuito ma con un reale esborso monetario da parte della consociata italiana. È quindi tutto interesse di Fiat accelerare i tempi per detenere la maggioranza prima della nuova ricollocazione in borsa del titolo americano che, secondo gli analisti, dovrebbe balzare di oltre il 20% facendo diventare più ricca Fiat nel giro di poche ore. Da tutto ciò si evince una strategia meramente “finanziaria” e non basata sulla produzione e sviluppo del prodotto che, invece, dovrebbe essere primaria in rispetto dell’oggetto sociale del gruppo torinese , come già detto.
Infatti mentre i costruttori di tutto il mondo continuano a sviluppare modelli ad energia alternativa o motori ibridi (Bmw, Mercedes, VW, Toyota ecc.), Fiat, dopo timidi tentativi degli anni ’90, non pare interessata ad investire nel “futuro” ma invece continua a compiere operazioni a carattere speculativo sul mercato…
Sembra quindi una pagina già scritta il trasferimento della sede sociale in USA una volta portata a termine l’operazione con Chrysler, ove la maggior parte della produzione dovrebbe essere ricollocata (come del resto sta già avvenendo).
Lo so, sarò tedioso, ma una domanda mi sorge spontanea: perché il Sig. Marchionne, qualche mese fa in piena “bufera” Termini Imerese, ha promesso al Governo Italiano che entro un anno la produzione di auto fabbricate nel nostro paese sarebbe salito ad un milione di unità se poi sta facendo tutto il contrario??


Di solito correvo per andare dove stavo andando.
Forrest Gump

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