I petrolieri gioiscono.Bisognerà intensificare la ricerca delle sole alternative avendo detto addio al nucleare ed alla sua ricerca, compreso quello pulito... |
(ASCA) - Roma, 15 giu - Quest'anno il conto che paghera' l'Italia per il suo fabbisogno energetico potrebbe toccare un nuovo record storico ad oltre 63 miliardi di euro, superando di circa 3 miliardi il precedente picco di 59,9 miliardi toccato nel 2008. E' quanto prevede l'Unione Petrolifera nella sua relazione annuale 2011. ''Nel 2010 - ha detto il presidente Pasquale De Vita nel corso dell'assemblea annuale dell'organizzazione - la nostra fattura energetica e' stata di 53,9 miliardi di euro (11,5 miliardi in piu' del 2009) e potrebbe salire ad oltre 63 miliardi nel 2011. Quella petrolifera nel 2010 e' stata invece pari a 28,5 miliardi di euro (8 miliardi in piu' del 2009) e quest'anno potrebbe arrivare intorno ai 36 miliardi di euro''. L'associazione delle compagnie petrolifere ha posto l'accento sul contributo positivo dato dalle attivita' di ricerca sul territorio nazionale che ''lo scorso anno hanno permesso un risparmio di oltre 4 miliardi di euro sulla nostra fattura energetica''. Un risparmio ''importante'' che anche alla luce dello stop al nucleare deve spingere a cercare per le fonti fossili ''soluzioni adeguate alle esigenze di tutela ambientale, senza pero' penalizzare le attivita' di ricerca''. Insieme alle rinnovabili, infatti, saranno gas, petrolio e carbone a soddisfare la domanda energetica. Per questo e' necessario ''continuare con la ricerca tecnologica che consente di renderli piu' ecocompatibili'' come quella ''della cattura della CO2. Delle fonti fossili non possiamo farne a meno e quindi dobbiamo cercare di fare meno danni possibili all'ambiente''. La cattura ed il sequestro dell'anidride carbonica ''e' la strada sulla quale, alla luce degli ultimi fatti, bisogna andare. Non c'e' alternativa''. Ma questa strada, denunciano i petrolieri, si scontra con il ''moltiplicarsi degli adempimenti amministrativi e dalle lungaggini burocratiche che si traducono in maggiori costi'' come accaduto per il terminale gnl di Rovigo ''che ha richiesto piu' di dieci anni per la sua realizzazione'' o per la centrale di Porto Tolle bloccata dal Consiglio di Stato. Per questo il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, ha annunciato che le competenze per le autorizzazioni delle infrastrutture energetiche identificate come strategiche per il Paese saranno accentrate presso il suo Ministero. ''Prevediamo di individuare in concreto le infrastrutture e gli insediamenti strategici nel settore petrolifero, attribuendo al Ministero dello Sviluppo Economico le competenze autorizzative'' ha spiegato. Secondo Romani, infatti, di fronte alla crescita della domanda di idrocarburi e' necessario incrementare la dotazione di infrastrutture e la produzione nazionale di petrolio e gas. ''Ci attendiamo un significativo contributo delle produzioni nazionali di idrocarburi gia' a partire da quest'anno - ha detto - grazie soprattutto agli sviluppi attesi in Basilicata dove la produzione aumentera' di oltre 90.000 barili al giorno e dall'offshore, dove l'Italia vanta un primato mondiale in termini di sicurezza e dove c'e' la possibilita', con la responsabilita' comune e l'impegno di tutti i soggetti coinvolti, di incrementare le nostre produzioni di gas, oggi di 7 miliardi di metri cubi l'anno, di ulteriori 3 miliardi''. |
mercoledì 15 giugno 2011
ITALIA BOLLETTA ENERGETICA RECORD PER IL 2011
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