LONDRA (Reuters) - S&P's nella notte ha messo 15 paesi della zona euro in credit wacht negativo - comprese Italia, Germania e Francia -aggiungendo che si sta creando un "rischio sistemico" poichè le condizioni del credito si sono ristrette nei 17 paesi della regione.
L'agenzia ha precisato che potrebbe ridurre di un notch il rating di Austria, Belgio, Finlandia, Germania, Olanda e Lussemburgo e fino a due notch quelli degli altri paesi inclusa la Francia e l'Italia. Cipro è già in downgrade watch e la Grecia ha un rating 'junk' di 'CC-'.
Per l'Italia in particolare, che attualmente ha rating 'A/A-1' per S&P's, l'agenzia ha detto che il premier Mario Monti è impegnato nell'attuazione delle riforme, ma vede un aumento dei rischi sulle prospettive di crescita e sulla stabilità finanziaria.
Da una parte il credit watch negativo è un segno di un possibile downgrade nel giro di tre mesi, dall'altra S&P's ha detto che pensa di concludere la sua revisione "il più presto possibile" dopo il summit Ue di venerdì.
Corruzione ed Evasione: la truffa del debito pubblico italiano
RispondiEliminaIl debito pubblico italiano, frutto esclusivo della corruzione politica e burocratica e della evasione fiscale, continua a preoccupare l’economia e la finanza globalizzata.
L’agenzia di rating internazionale cinese Dagong Global Credit Rating ha ieri declassato il debito pubblico sovrano della repubblica italiana da A – a BBB, con un outlook negativo, il che, per un paese avanzato e complesso come è l’Italia, equivale a ridurre la valutazione finanziaria (ma anche e soprattutto di tenuta economica e politica del paese) ad un livello che porta l’Italia al di fuori del giro delle grandi potenze economiche mondiali.
L’Italia è fuori dal grande giro che conta, con un futuro che promette solo peggioramenti, sacrifici immensi e dolorose perdite di potere d’acquisto, potere contrattuale e peso politico.
Il rischio di contagio della crisi italiana, mette in pericolo l’intera Eurozona.
Infatti il giorno successivo al downgrade italiano e la minaccia da parte dell’agenzia di rating internazionale Standard & Poor’s di declassare l’intera eurozona, ecco arrivare il declassamento effettivo del rating francese da AA- ad A+.
La situazione europea, ed in particolare la condizione italiana, appaiono sempre più critiche e pericolose.
L’Italia, in particolare, è ormai solo ad un passo dal vedersi valutati i bond italiani (BOT e BTP), emessi a garanzia e rifinanziamento del debito pubblico sovrano al valore della mera carta sulla quale sono stampati.
L’indicazione del rating italiano a BBB infatti, porta il bond italiano ad un passo dalla definizione di “junk bonds” (titolo spazzatura), così come è definito nella Bond Rating Definition:
AAA and AA: High credit-quality investment grade
AA and BBB: Medium credit-quality investment grade
BB, B, CCC, CC, C: Low credit-quality (non-investment grade), or “junk bonds”
D: Bonds in default for non-payment of principal and/or interes
Il declassamento ulteriore del debito sovrano italiano porterebbe ad un indirizzo di disinvestimento e di non investimento in titoli italiani.
Sarebbe la certificazione di morte della repubblica italiana, sarebbe la realizzazione del completo fallimento dell’entità statuale italiana, sia come unità politica che come unità economica e finanziaria.
Ma il passo è più breve di quel che si pensi.
Esiste infatti un debito pubblico italiano nascosto fra le pieghe dei bilanci (e fuori da essi) locali, regionali, provinciali e comunali, compreso e soprattutto l’universo delle società pubbliche e pubblico-private di “presunto servizio pubblico” servizio locale.
La domanda giusta è:
le agenzie di rating internazionale hanno dati ed informazioni analitiche su questo debito pubblico grande quanto quello sovrano?
Le agenzie di rating sono a conoscenza che il debito pubblico italiano è frutto esclusivo della corruzione politica e burocratica e della evasione fiscale?
Le agenzie di rating sono a conoscenza del fatto che il 90% dei grandi appalti pubblici italiani vengono aggiudicati alle organizzazioni mafiose?
Inoltre, perché dovrebbe pagarlo il popolo italiano questo debito pubblico costruito con la corruzione politico-burocratica?
E perché lo stato italiano non rende pubblici i dati sulla partecipazione al prelievo fiscale?
Quanto partecipano effettivamente al prelievo forzoso fiscale i lavoratori dipendenti ed i pensionati?
E quanto gli artigiani?
Quanto i commercianti?
Quanto i professionisti?
Quanto gli industriali?
Gustavo Gesualdo
alias
Il Cittadino X
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