Milano - Da tre settimane una nube di isotopi radioattivi Iodio 131 si tra muovendo nei cieli europei. La nube radioattiva si è diffusa dalla Polonia alla Francia, passando per Germania e Austria, ha poi raggiunto la Svezia e la Repubblica Ceca. L'ultimo allarme è stato lanciato Oltralpe il 16 novembre, quando tracce dell' I-131 sono state rilevate nel Nord e nell'Est della Francia.
Nel frattempo gli esperti cercano di calmare gli allarmismi: il livello di radiazioni disperso nell'aria è assolutamente non preoccupante, tanto da non dover preoccupare per la salute umana.
Le ipotesi sull'origine dell'elemento radioattivo sono ancora al vaglio. Per il momento l'unica cosa certa è che Fukushima non c'entra nulla. Per l'istituto nucleare di Vienna la fuga di radiazioni proviene probabilmente dall'Istituto di Budapest produce radioisotopi per la salute, la ricerca e per applicazioni industriali. In un primo momento si era temuto una perdita dalla vicina centrale nucleare di Krsko o da sottomarini nucleari, in questi casi i danni sarebbero stati superiori a quelli registrati.
Gli austriaci avrebbero ricevuto l’informazione direttamente dalla Haea, l’Hungarian atomic energy authority. Il rilascio sarebbe avvenuto dall’8 settembre fino al 16 novembre. A quanto pare senza che nessuno abbia segnalato l'incidente. Un'eventualità che in Italia è punita con l'azione penale.
L’Ungheria dovrà quindi dare spiegazioni all’agenzia ONU in merito alla dannosa vicenda e sulle eventuali misure punitive o preventive che dovranno essere attuate.
Nel frattempo gli esperti cercano di calmare gli allarmismi: il livello di radiazioni disperso nell'aria è assolutamente non preoccupante, tanto da non dover preoccupare per la salute umana.
Le ipotesi sull'origine dell'elemento radioattivo sono ancora al vaglio. Per il momento l'unica cosa certa è che Fukushima non c'entra nulla. Per l'istituto nucleare di Vienna la fuga di radiazioni proviene probabilmente dall'Istituto di Budapest produce radioisotopi per la salute, la ricerca e per applicazioni industriali. In un primo momento si era temuto una perdita dalla vicina centrale nucleare di Krsko o da sottomarini nucleari, in questi casi i danni sarebbero stati superiori a quelli registrati.
Gli austriaci avrebbero ricevuto l’informazione direttamente dalla Haea, l’Hungarian atomic energy authority. Il rilascio sarebbe avvenuto dall’8 settembre fino al 16 novembre. A quanto pare senza che nessuno abbia segnalato l'incidente. Un'eventualità che in Italia è punita con l'azione penale.
L’Ungheria dovrà quindi dare spiegazioni all’agenzia ONU in merito alla dannosa vicenda e sulle eventuali misure punitive o preventive che dovranno essere attuate.
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